“Se stringo la mano a un milanista mi lavo le mani, se stringo la mano a uno juventino mi conto le dita”. Potrebbe bastare questa frase a riassumere la storia nerazzurra di Peppino Prisco con l’Inter. Potrebbe, ma probabilmente non renderebbe abbastanza.
Peppino Prisco era un uomo spinto da passione di altri tempi. Elegante, rispettato, simpatico, pungente. Era molto di più di un dirigente. Molto meglio di un tifoso. Era l’Inter.
Era la capacità di aspettare il momento giusto. L’abilità di ridere delle proprie sconfitte e l’astuzia di farle diventare punto di forza. Era la sintesi dello sfotto calcistico e la prolissa grandezza della conoscenza calcistica.
L’avvocato, conosceva la forza degli avversari e la passione nerazzurra. Era uomo in grado di toccare qualsiasi argomento, con l’eleganza della battuta. Un grande sportivo. L’interismo fatto persona. Probabilmente, “il più interista di tutti”.
Peppino Prisco era tutto quello di cui avrebbe bisogno il calcio oggi. Nel suo ricordo, servirebbe alzarsi ed applaudire. E come avrebbe detto lui: “Visto che siamo in piedi, chi non salta milanista è…”
This post was last modified on 10 Dicembre 2019 - 14:48