Ieri sera l’Inter è stata nuovamente esclusa dagli ottavi di finale di Champions. Come l’anno scorso, all’ultima partita, quest’anno più complicata, contro il Barça, e con meno risorse. Le colpe sono altre però, la prestazione dei nerazzurri è stata più che buona. Uno sguardo va al passato, solo per andare avanti.
Inutile parlare di errori davanti alla porta, gol annullati o poca fiducia, l’Inter di Conte non ha sbagliato ieri sera. L’uscita dalla UCL è avvenuta grazie ad i punti lasciati con il pareggio di Praga ed il blackout di Dortmund. Inutile anche parlare di Barcellona B o di riserve giovani, quando si sa perfettamente di che cantera stiamo parlando. Le riserve fanno la differenza, le energie spese anche. Quello che si porta a casa da ieri è un’esperienza. L’Inter va fuori dall’Europa dei grandi con più amarezza di quella che si merita.
Conte non solo ha spinto sull’acceleratore al massimo, ha persino cercato di tirare fuori il meglio da tutti. Il tecnico infondo ha sempre parlato dei suoi come un’unica grande famiglia. A partire da chi sta in panchina, fino a chi viene chiamato in causa a sostituire i proprio compagni, infortunati e stanchi. Nonostante la rosa corta, nonostante la scarsa qualità, soprattutto a centrocampo, ieri al Meazza una squadra unita ha affrontato a viso aperto, forse la più temibile delle rivali. Non è riuscito il miracolo, ora serve solo calma. Rincuorarsi sapendo che ci sono tante carte ancora da giocare, come arrivare alla sosta ancora in testa alla classifica. Possibile? Questo gruppo ha dimostrato che rimane ben poco che non lo sia. Serve crederci sempre, sognare. Serve continuità, non perdere il ritmo, contro Fiorentina e Genoa, per arrivare più sereni alla sosta e al tanto agognato mercato invernale. Serve lavorare con il medesimo impegno, sudare verso lo stesso obiettivo, non mollare ora. A partire dal lavoro quotidiano, imparando dagli errori, costati cari, crescendo, per puntare sempre più in alto.
This post was last modified on 11 Dicembre 2019 - 19:30