Al netto della sconfitta di ieri sera contro il Barcellona, sì possono recriminare poche cose all’Inter. La qualificazione mancata non è figlia della partita di ieri, bensì del primo scivolone con lo Slavia Praga e il blackout di Dortmund. Ieri sera però sono state dimostrate tante buone cose, soprattutto consolidate delle certezze.
È necessario aprire una parentesi sull’ennesima straripante prestazione di Stefan De Vrij. Anche se le attenzioni sono state concentrate quasi interamente sul Lautaro Martinez, elegante e grintoso come non mai, ieri in difesa l’olandese ha chiarito ogni dubbio su chi ha la responsabilità di amministrare la propria zona e iniziare il gioco in maniera pulita e precisa. Il numero 6 nerazzurro ormai da mesi che sta facendo vedere le sue caratteristiche più importanti, tra tutte le sue capacità e movimenti senza palla. Abbiamo ormai visto più volte le tempistiche perfette di Skriniar così come Godin, nell’affrontare l’attaccante avversario e scippargli il pallone prima che esso possa diventare pericoloso. Quello che però De Vrij fa, come nessun altro, è tutto il resto del lavoro. Tutto ciò che comporta gestire la difesa con il proprio posizionamento in campo e con l’intelligenza di capire il possibile sviluppo di un’azione offensiva.
Perché è importante segnalare tutto questo? Troppo spesso si porta l’attenzione solo e soltanto dove si trova la palla. I gol sono importanti, tanto quanto i gol non subiti. Stefan lo so vede poco, se ne parla poco, Stefan lascia parlare il campo. Ieri, come a Praga, per parlare ancora di Champions, così come in campionato ogni volta. Ciò che fa un difensore è ancora più difficile, passare da un’ottima prestazione ad una meno solida è un secondo, come poteva essere per Godin ieri sera. Gol figlio di un tentativo difensivo che non ha dato buoni frutti. Se si pensa a De Vrij però questo non accade quasi mai, se si guarda a questa stagione corrente poi, si posso menzionare solo cose buone. Con o senza palla De Vrij è il regista di una difesa solita, assist-man quando serve, che si tratti di lanci lunghi e precisi o di verticalizzazioni pulite e di classe. Lo troviamo persino attaccante quando c’è da insaccare una palla spiovente in rete avversaria, di testa spesso, di piede se serve. Ieri solita prestazione di livello. Livello che in ogni caso si sta alzando sempre di più. Gli altri non possono fare altro che seguire la stessa strada, soprattutto il fidato compagno Skriniar. L’asticella che ogni volta chiede sempre lo trova pronto, perché De Vrij fin ora non ha mancato un appuntamento. Uomo d’oro di Conte, che si aggiunge alla lista delle certezze nerazzurre.
This post was last modified on 11 Dicembre 2019 - 15:17