È da tempo che le trattative vanno avanti, ma la telenovela San Siro continua ad andare in onda. Ieri i due club e il Comune di Milano si sono riuniti nuovamente: mentre il sindaco Sala gradirebbe salvaguardare la struttura e porta avanti l’idea di un ridimensionamento e rifunzionalizzazione, l’a.d. interista Antonello e il presidente milanista Scaroni puntano al modello Highbury. Entriamo nei dettagli…
UN SAN SIRO IN MINIATURA
Visto che né Inter né Milan sembrerebbero favorevoli ad una ristrutturazione di San Siro, il Comune di Milano vorrebbe “salvare il salvabile”: senza ombra di dubbio il Meazza è entrato nel cuore dei tifosi e soprattutto dei milanesi, che in esso rivedono un simbolo della città; per questo, l’idea di cancellarlo definitivamente da un giorno all’altro fa paura. La proposta è quella di demolirlo parzialmente e apportare le migliorie necessarie per dar vita ad un nuovo stadio per le formazioni giovanili e le femminili delle due squadre.
LA BOCCIATURA DI INTER E MILAN
I piani rossonerazzurri sono totalmente diversi. Secondo Repubblica della Scala del calcio rimarrebbe in piedi “solo una traccia. Non più di un angolo del primo e secondo anello, preservando anche le rampe elicoidali realizzate negli anni Cinquanta. Nonché, in diagonale sul lato opposto, una delle torri rosse aggiunte per Italia ’90 per sostenere il terzo anello. Nel mezzo un parco e attorno edifici per uffici e negozi disposti sul vecchio perimetro“. Appare chiaro che Inter e Milan si siano ispirate al modello Highbury, leggendario impianto londinese demolito nel 2006 quando l’Arsenal decise di trasferirsi al più moderno Emirates Stadium.
INCOMPATIBILITÀ
Questo restyling in stile Highbury, ovviamente, rientrerebbe nell’ottica nuovo stadio sempre in zona San Siro (a circa un centinaio di metri dalla struttura attuale). A questo punto, se si vuole costruire la nuova casa così vicina alla vecchia, il no al ridimensionamento del Meazza è quasi un dovere: assecondando la volontà del Comune si andrebbe incontro a troppi rischi legati alla sicurezza. Per il momento l’ago della bilancia pende a favore delle società, ma c’è ancora da aspettare le risposte dai Beni Culturali su eventuali vincoli architettonici da rispettare (si vocifera arriveranno entro marzo). E l’aspetto finanziario? E i 10 milioni di canone annui che frutta San Siro? Ancora molti interrogativi, ancora molti summit all’orizzonte…