Armando Madonna, allenatore della Primavera nerazzurra, ha rilasciato dichiarazioni importanti sull’inserimento in prima squadra di Sebastiano Esposito e Lucien Agoume.
Li conosce bene, per questo un suo parere può diventare il più autorevole sulla loro crescita. Tre nomi: Madonna, Esposito e Agoume; una chioccia e due pulcini, un maestro e due allievi. Sostanzialmente sono queste le gerarchie che si sono venute a creare ad Interello, con l’allenatore della Primavera nerazzurra che all’improvviso si è trovato senza due dei suoi giocatori più importanti.
Ecco le parole di Madonna alla Gazzetta dello Sport riguardo all’inserimento “tra i grandi” dei due gioielli nerazzurri: “Partiamo dal fatto che non sono prontissimi per giocare, soprattutto nell’Inter. Devono crescere e devono pensare che stanno avendo una grande fortuna: anche solo allenarsi con i grandi può aiutarti a mettere le basi per fare questo mestiere. Perché arrivare in alto non è facile, ma restarci è ancora più complesso”. Piedi per terra: questa è la filosofia da adottare.
Successivamente, il tecnico di uno dei vivai più promettenti d’Italia si è concentrato sui singoli; prima ha parlato in questo modo di Sebastiano Esposito: “Dopo il lavoro con i big l’ho visto molto migliorato: più consapevolezza, più fisicità, più presenza in campo. Le doti che si notano subito sono la sfrontatezza, il fatto di non avere mai paura. Ma anche l’alta qualità tecnica, la facilità di tiro e di calcio. Poi certo, stiamo parlando di doti “da Primavera”, trasferirle al piano di sopra è molto difficile. Deve mangiarne di polenta, come dicono a Bergamo, ma dalla sua ha la passione per il calcio e l’ottima capacità di apprendimento, che a volte vale di più anche del talento puro. E ha consapevolezza dei suoi mezzi: se non si esagera, nel calcio aiuta. E avere una famiglia piena di calciatori può facilitare le cose”.
Infine, l’allenatore bergamasco ha parlato di Lucien Agoume, uno dei talenti francesi più promettenti del panorama calcistico europeo: “Si allena sempre con la prima squadra, con noi viene solo a fare le partite. Poteva essere un problema, ma l’ha risolto lui. Viene a vedere i nostri allenamenti, si fa voler bene da tutti i compagni, è propositivo. Ama questo sport. È veloce di testa, difficilmente perde palloni, sa cercare sia la giocata verticale per le punte che quella esterna. Gioca sempre con grande tranquillità, il suo modo di affrontare la partita a volte può far pensare che pecchi di concentrazione, ma non è così. Si prende dei rischi, e sa uscire da solo da situazioni difficili, quando pressato”. Non solo mentalità da veterano (nonostante l’anno di nascita, il 2002), ma anche sacrificio e versatilità dal punto di vista tattico: “Arriva da campionati meno tattici, si sta adeguando. Io l’ho sempre usato da play davanti alla difesa, poi ovviamente c’è una grande differenza a farlo in Serie A. Con la Francia è nei due davanti alla difesa. Per fare l’interno per Conte forse gli manca un po’ di capacità di inserimento, ma può cavarsela”.
This post was last modified on 20 Dicembre 2019 - 10:57