Spalletti I vs Conte I, il confronto: chi ha fatto meglio sulla panchina dell’Inter? LA NOSTRA ANALISI

Non è mai semplice, né gratificante, fare paragoni tra chi ha portato a termine il suo compito e chi, invece, è ancora in corso d’opera. Il confronto, semmai, può essere parziale: Luciano Spalletti e Antonio Conte, i due volti simbolo di squadre diverse negli obiettivi e nella composizione. Seppur con alcune analogie a sostegno di entrambi.

IL PERCORSO FINO A DICEMBRE: I NUMERI DICONO CHE…

Luciano Spalletti è sbarcato ufficialmente nel mondo Inter il 9 giugno del 2017, accettando di prendere per mano una squadra allo sbando e reduce dalla traumatica esperienza del trittico de Boer-Pioli-Vecchi. C’è un aspetto che nessuno potrà mai togliergli: il suo obiettivo l’ha sempre raggiunto. È un “animale da Champions“, uno che magari non ti porta titoli ma che ti assicura un piazzamento per la massima competizione europea. Diverso il discorso relativo ad Antonio Conte, tra i top allenatori attualmente in circolazione ed ingaggiato proprio per tentare di compiere quel passo in più a livello, appunto, di vittorie.

I numeri – L’Inter di Conte è prima in classifica dopo 17 giornate, con 42 punti, al pari della Juventus, ed è ai sedicesimi di finale dell’Europa League dopo l’eliminazione dalla Champions all’ultima giornata. Per dovere di cronaca, andrebbero aggiunte anche le 2 vittorie, le tre sconfitte e l’unico pareggio in Champions, ma ci limiteremo per adesso alla sola Serie A. Perché sì, i numeri dei nerazzurri in campionato sottolineano la grandezza del percorso stagionale intrapreso da Handanovic e compagni, in grado di tenere fin qui testa alla Juventus. 13 vittorie, 3 pareggi e una sola sconfitta per Conte in campionato, rendimento non eccessivamente superiore a quello che ha caratterizzato la prima Inter di Spalletti. Imbattuta fino a dicembre inoltrato, prima di incappare nelle due sconfitte consecutive contro Udinese e Sassuolo prima della sosta, oltre alla vittoria ai rigori, in Coppa Italia, contro il Pordenone. Per Spalletti 12 vittorie, 5 pareggi e, appunto, 2 sconfitte, per un totale di 41 punti al termine del girone d’andata.

LE DIFFERENZE: GRUPPO E ATTEGGIAMENTO

Dove stanno, allora, le differenze reali tra le due gestioni? Detto dei punti raccolti – seppur Conte abbia ancora due giornate davanti per “staccare” il suo predecessore -, il resto lo si denota dall’atteggiamento della squadra. L’Inter di Conte sembra essere sempre sul pezzo, a prescindere dall’avversario che si incontra o dai giocatori a disposizione. Non va dimenticato infatti che i nerazzurri hanno giocato un mese pieno senza 4/5 del centrocampo titolare, con Candreva comunque a mezzo servizio.

Spalletti poteva contare su una squadra probabilmente più completa, a livello di rosa, ma meno “battagliera”. Vedere giocatori come Gagliardini, Biraghi o lo stesso Borja Valero dare l’anima in campo è sinonimo di forza e unione d’intenti. Non che con Spalletti non si siano viste grandi partite o dimostrazioni di integrità, ci mancherebbe, ma sembra palese una differenza con l’anno in corso.

Il gruppo – Nella gara contro il Genoa Romelu Lukaku, attuale capocannoniere nerazzurro, ha lasciato il rigore della possibile doppietta al giovane Esposito. Un gesto che non è potuto passare inosservato, specialmente agli occhi di chi vuole credere in un gruppo unito, in cui tutti lavorano per il compagno e mai in solitaria. Il livello tecnico? Probabilmente, la prima Inter di Spalletti non era attrezzata per la lotta al vertice. Vero, nessun dubbio. Ma siamo sicuri che quella di Conte lo sia, considerando alcuni degli elementi a disposizione? La risposta a questa domanda, in relazione alla posizione in classifica, riassume tutte le tipologie di discorsi che possono essere fatti.

Conte I vs Spalletti I: due simboli dell’Inter, due capi-popolo, pronti a fare da scudo alla propria squadra nel bene e nel male. E quindi sì, possiamo affermare infine che le differenze ci sono, ma sono tutte in positivo. Perchè se è vero che Conte può cercare di ambire al vertice della Serie A, una grossa fetta del merito è anche di Spalletti, e della sua mira infallibile nel centrare la qualificazione in Champions.

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