L’ALBA DEL GIORNO DOPO – L’impegno è stato onorato, ora testa al Lecce

Non che ci fossero troppi dubbi in merito, ma quando in programma c’è una gara di Coppa Italia le certezze non sono mai abbastanza. Negli anni passati ci sono infatti stati parecchi esempi di “piccole” capaci di grandi imprese, anche in casa di squadre più blasonate. Chiedere conferma, ad esempio, a Spezia e Pordenone, per citarne due a caso.

GARA DOMINATA E NON IMPORTA CHI VA IN CAMPO

Non è stato così, stavolta, per la formazione nerazzurra. Nonostante un ragionato turn over – sono rimasti a riposo De Vrij, Lautaro, Candreva, Sensi e Bastoni – l’Inter ha fatto un sol boccone di un Cagliari in caduta libera. È stata la serata del rientro di Sanchez, a distanza di oltre due mesi, e del ritorno tra i titolari di Andrea Ranocchia. Ma anche quella di Romelu Lukaku, che ha realizzato la quinta doppietta stagionale, o di Borja Valero, professionista esemplare e calciatore dalle immense qualità tecniche, nonostante l’età. Infine, è stata la serata di Nicolò Barella: il centrocampista sardo mancava al centrocampo dell’Inter, eccome se mancava. Uomo ovunque, nel vero senso della parola, in grado anche di fornire due assist a Borja prima e a Lukaku poi.

IL PRIMO TEMPO

Al resto, va detto, ci ha pensato un Cagliari non esattamente in palla, che dopo soli 23 secondi ha regalato a Lukaku la palla del vantaggio. La rete del belga ha sciolto ulteriormente l’Inter, che ha cercato di esprimere un gioco veloce, sviluppato in verticale caratterizzato dai repentini scambi stretti tra le due punte. Nella prima mezz’ora i sardi non superano mai la propria metà campo, costretti al lancio lungo o ad errori banali dalla costante e asfissiante pressione nerazzurra.

Il resto del primo tempo, poi è condito da numerosi aspetti da valutare: viene annullato un gol a Lukaku per fuorigioco di qualche parte del corpo (ci fidiamo della tecnologia, seppur le immagini raccontino altro), segna Borja Valero su assist, come detto, di Barella e non viene assegnato un rigore grosso come una casa per un fallo di mano di Likogiannis in area di rigore. L’arbitro sorvola, il Var non interviene e l’evento passa in cavalleria, tanto mica è il campionato…

LA RIPRESA

Un vantaggio netto e una condizione fisica e mentale al massimo consentono poi all’Inter di amministrare al meglio il secondo tempo, seppur concedendo qualcosa in più al Cagliari. La formazione di Maran prova a tirar fuori qualcosa di concreto dai suoi uomini migliori, Nainggolan e Rog su tutti, ma fatica a trovare trame interessanti dalle parti di Handanovic. L’Inter però è spietata e, dopo l’ennesima disattenzione della difesa del Cagliari, trova il 3-0 ancora con Lukaku. Altri cambi: dentro Sensi, Esposito e Biraghi per Brozovic, Lukaku e Dimarco.

I rossoblù riescono infine a trovare il gol con Oliva, pescato da un bel tacco di Cerri, poco dopo il palo colpito dal ninja. Il quarto sigillo al match lo mette Andrea Ranocchia, osannato da tutto San Siro e simbolo del nuovo corso Inter. Chi l’avrebbe mai detto? Un ragazzo che non poteva più scendere in campo, fischiato da tutti i lati, ma che con l’umiltà e il duro lavoro ha saputo riguadagnarsi l’affetto dei propri tifosi. Bravo Andrea, ancora una volta.

IN CONCLUSIONE

L’Inter dimostra di essere in palla, sa cosa fare quando si tratta di costruire un’azione offensiva così come quando bisogna pressare l’avversario. Il tutto condito da una straordinaria capacità di adattamento dei propri uomini. Sembra essere questa la migliore arma a disposizione del tecnico salentino, l’intercambiabilità: non gioca Lautaro? Sanchez lo rimpiazza al meglio, al netto di una condizione fisica ancora da migliorare. Non c’è Sensi a far girare il pallone? Ci pensa la sapienza di Borja Valero. Manca il regista arretrato De Vrij? E allora ci prova Ranocchia a sventagliare di qua e di la palloni ai suoi compagni.

Unica nota dolente? Forse Lazaro, da cui personalmente mi sarei aspettato qualcosa in più. Ma in fondo va bene così. L’Inter passa il turno, troverà la vincente di Atalanta-Fiorentina e domenica andrà in casa del Lecce, per tornare a marciare anche in campionato. In attesa dei primi colpi del mercato che Conte ha dimostrato di meritare, per cercare di non avere alcun tipo di rimpianto da qui a maggio.

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