Danese classe 1992 col cervello nei piedi. Un passato invidiabile e un futuro ancora da scrivere, ma soprattutto un futuro nerazzurro. Christian Eriksen è sbarcato a Milano negli ultimi giorni del mercato di gennaio, accolto a braccia aperte dal club e dai tifosi. Ora si può sognare e, se non vi ricordate come si fa, ci penserà lui.
IL PREFERITO DI CRUIJFF
Anche da piccolo Eriksen ha sempre fatto parlare bene di sé: considerato il miglior talento danese della sua generazione, prima strega l’Odense e poi l’Ajax (che per portarlo ad Amsterdam sborsa addirittura 1 milione di euro… per un sedicenne, sì). Dopo soli due anni nelle giovanili viene promosso nella prima squadra dei lancieri, senza smettere però di sorprendere. Johan Cruijff nel 2012 dirà: “Christian Eriksen è davvero bravo. Abile e intelligente. Mi ha molto colpito. Soddisfa a pieno gli standard di calcio che ho in mente”.
SGAMBETTO CHAMPIONS
Nel 2013 Eriksen lascia Amsterdam, destinazione Londra. Più in particolare il quartiere Tottenham nel North London dove sono di casa gli Spurs. In Premier League si afferma calciatore di caratura internazionale, mentre in UEFA Champions League fa male all’Inter. Non serve andare troppo indietro negli anni, era la stagione 2018/19: il fantasista segna sia all’andata che al ritorno contro i nerazzurri, condannandoli all’eliminazione.
Insieme ai suoi compagni è protagonista di una cavalcata memorabile fino alla finale di Madrid (prima nella storia del Tottenham), dove il Liverpool di Klopp e Salah mette fine ai suoi sogni di gloria. Metabolizzata la delusione, Eriksen confessa di voler cambiare aria. Il Real c’è, ma non affonda il colpo. Altri sei mesi londinesi, poi ecco l’Inter. La scintilla è scattata, neanche Mourinho (subentrato all’esonerato Pochettino) riesce a convicerlo a rimanere.
UN COLPO ALLA RONNIE
La mossa di mercato di Marotta e Ausilio per Eriksen è stata da Oscar. Il giocatore era in scadenza, aveva rifiutato qualsiasi proposta di rinnovo e a giugno 2020 sarebbe stato libero di partire a parametro zero. La concorrenza era più che agguerrita con Manchester United, PSG, Real Madrid e Juventus avvoltoi in prima fila… Perché non anticiparla? Dopo settimane di tira e molla con il numero uno degli Spurs Levy, l’Inter cede come chi non vedeva l’ora di farlo: 20 milioni non sono nulla in confronto al valore reale del danese, che stando a quanto si legge su Transfermarkt si aggira intorno ai 90 milioni. Eriksen è ufficialmente diventato il calciatore più prezioso della Serie A, ancor meglio di Dybala e Lautaro Martinez. E ad ogni re la sua corona: il suo stipendio sarà il più alto della rosa.
DALLA 23 ALLA 24
“Ho scelto il numero 24 perché ho avuto il 23 per molti anni, quindi diciamo che rappresenta un nuovo e più alto momento per la mia carriera… un passo avanti. Cercavo per me il più grande club possibile al di fuori della Premier. L’ho trovato. Qui in Italia i tifosi si sentono di più. Voglio vincere con questa maglia”.
Tra il dire e il fare, si sa, c’è di mezzo un mare. Ma quelle di Eriksen sono le parole giuste. In viale della Liberazione i trofei mancano da troppo tempo. E il momento di invertire la tendenza. Insieme.
IL NUOVO SNEIJDER?
Ai tempi dell’Ajax, Martin Jol lo aveva paragonato a grandissimi campioni come Laudrup, Van der Vaart e Wesley Sneijder. E l’accostamento Sneijder-Eriksen è tornato di moda ora che Christian veste nerazzurro. Per caratteristiche tecniche e ruolo nulla da obiettare, ma a chi sostiene che il suo arrivo all’Inter abbia seguito la falsariga di quello dell’eroe del triplete ricordiamo una cosa: mentre Sneijder, pronti via, fu lanciato in mezzo alla mischia da Mou (in Inter Milan 4-0), Conte ha programmato un inserimento graduale di Eriksen nei suoi schemi. Tempo al tempo, insomma…
Ma se c’è una cosa ci può far già sorridere è quel piedino fatato che nel derby stava per disegnare la traiettoria perfetta, quella che avrebbe demolito San Siro ancor prima dell’inizio dei lavori per il nuovo stadio. Forse era proprio dai tempi di Sneijder che non vedevamo una punizione del genere. Finalmente uno specialista. Uno vero.
Carte in regola e assi nella manica. Christian Eriksen è dei nostri: pronti per lo spettacolo?