Il 18 febbraio non è un giorno qualunque per la storia dell’Inter. Esattamente 25 anni fa, il 18 febbraio 1995, iniziava l’era di Massimo Moratti all’Inter: 27 anno dopo suo padre Angelo, un altro Moratti arrivava alla presidenza dell’Inter subentrando al presidente Ernesto Pellegrini. Oggi Massimo Moratti ricorda i punti più importanti della sua presidenza: i giocatori indimenticabili, la gioia e il percorso del Triplete, i grandi rimpianti. Al termine un intervento sull’Inter di oggi dopo la sconfitta con la Lazio e sull’inserimento di Eriksen.
Ecco le parole dell’ex presidente e presidente onorario dell’Inter intervistato ai microfoni di Apericalcio, trasmissione di Telelombradia.
L’INVESTITURA DI PELLEGRINI
“Di quei primi giorni all’Inter ricordo ancora la cortesia di Pellegrini: prima della partita col Brescia mi portò negli spogliatoi per presentarmi alla squadra, i volti dei giocatori erano un po’ straniti e sorpresi perchè si trovavano di fronte a un cambiamento molto importante. La cosa bella è che alla fine vincemmo e fu un esordio felice per tutti noi”
IL TRIPLETE
“Per creare le condizioni vincenti, per arrivare fino a quel punto, tutto è stato utile: anche le disavventure dovute al comportamento della Juve che si comportava come tutti sappiamo, il dover lottare contro un muro che sembrava incrollabile. Alla fine siamo riusciti ad abbattere quel muro e a raggiungere quelle soddisfazioni in cui avevo sempre creduto ma che a un certo punto mi sembravano impossibili“.
Dopo aver ripercorso delusioni e vittorie delle sue squadre, Moratti ricorda i giocatori che più lo hanno segnato: come protagonisti o come rimpianti.
I CAMPIONI INDIMENTICABILI
“Il Fenomeno ovviamente resta indimenticabile, il più forte di tutti, quello che fece conoscere l’Inter in ogni parte del mondo. Ma anche Roberto Baggio, interista doc, è stato un grandissimo. Ricordo la sua classe, la sua eleganza, la sua disponibilità. Secondo me le partite contro il Real in Champions (stagione 98/99, ndr.) e lo spareggio champions contro il Parma a Verona (stagione 99/00, ndr.) sono indimenticabili: si può dire che le vinse lui da solo, vederlo giocare era una delizia“.
IL RIMPIANTO
“Il mio rimpianto più grande è Pirlo, giocatore che io avevo voluto e preso perché avevo capito quanto fosse forte. Peccato che nessun allenatore seppe trovargli una posizione chiara in campo così da farlo giocare. Per questo fui costretto a venderlo vedendo la tristezza sul suo volto“.
Venendo ai giorni d’oggi, Moratti non fa catastrofismi dopo la sconfitta contro la Lazio.
L’INTER ATTUALE ED ERIKSEN
“La sconfitta dell’Olimpico contro la Lazio può essere una lezione per ripartire più carichi. La squadra c’è e soprattutto c’è un ottimoallenatore” Sull’inserimento di Eriksen nei meccanismi di Conte: “Credo che a giocatori come lui si debba creare il tipo di gioco più appropriato, solo così possono essere determinanti e farti vincere. Farlo a metà stagione è difficile, ma non è impossibile“.
This post was last modified on 18 Febbraio 2020 - 23:27