La sconfitta nel recupero del derby d’Italia allontana sempre di più i nerazzurri dal primo posto, ormai lontano nove punti, anche se con una partita in meno.
Sono molti i fattori che hanno determinato il risultato finale, partendo dalla superiorità degli avversari. Infatti l’organico bianconero vince da otto stagioni consecutive e può contare su una rosa più lunga, in grado di risolvere le partite con i cambi.
Basti pensare che il primo cambio, Dybala, ha chiuso la partita rendendo vane le speranze di rimonta degli uomini di Antonio Conte.
Un altro motivo è la prevedibilità. Infatti la formazione titolare era la stessa annunciata da settimane, la stessa di cui quasi tutte le squadre conoscono il modo di giocare, annullando il gioco nerazzurro marcando a uomo i due attaccanti; Brozovic, poi, vero e proprio fulcro del gioco, e il cambiamento del modulo a partita in corso dopo averlo provato solo in Europa League non ha avuto nessun effetto.
Anche la situazione ha fatto il suo. Le voci di mercato, l’emergenza globale del Covid-19, che ha colpito tra le altre soprattutto l’Italia, lo stadio orfano del pubblico e la coscienza di dover giocare una partita cruciale, da dentro o fuori. Non è semplice per i giocatori affrontare match del genere in queste condizioni.
L’Inter non solo si allontana quasi definitivamente dalla vetta, ma deve cominciare a guardarsi le spalle.
Ora, a parità di partite giocate, l’Atalanta dista solo 6 punti e, con il ritmo che sta avendo questa stagione la squadra di Gasperini, non sono tanti.
L’aspetto più pericoloso che questa partita può aver danneggiato non è la classifica, bensì la mente. I nerazzurri sono una squadra giovane e chi più dei giovani ne risente a livello mentale?
Dovrà essere bravo il mister salentino Antonio Conte a gestire la situazione e i rapporti tra i giocatori per evitare ciò che è successo negli anni precedenti.
This post was last modified on 9 Marzo 2020 - 16:51