Dopo alcuni suoi compagni, come capitan Handanovic, Antonio Candreva è intervenuto nel Q&A organizzato da Inter TV durante la quarantena, rispondendo alle domande dei tifosi.
CANDREVA: “IN CASA SIAMO IPERATTIVI”
“È difficile, dobbiamo rispettare le regole e sperare finisca presto. Tuttavia passo 24 ore al giorno con la mia famiglia. Di solito succede solo d’estate, fa piacere. Mio padre è a Roma malato da un anno, lo saluto e lo abbraccio. Prima di questo periodo non si pensava alla bellezza di cose semplici come una passeggiata, in futuro ci aiuterà a farlo”.
“Le giornate sono lunghe, facciamo puzzle, pitturiamo, usciamo in balcone e ci alleniamo. Allegra mi aiuta, è sportiva e avere un aiuto in casa è piacevole”.
IL GOL PIÙ BELLO E LE EMOZIONI DEL CALCIO
“Il gol più bello all’Inter? Mi viene in mente il gol nel derby del 2016, ma mi dispiace per il pareggio finale. La prima partita è stata con la Ternana in Serie B, contro l’Empoli“
“Mi mancano gli allenamenti, i compagni, le partite e i tifosi. Il calcio dà emozioni. Non ho mai avuto un calciatore preferito, ma mi sono sempre piaciuti i numeri 10 di classe”.
“Spero di vivere tante emozioni all’Inter, vincere qualcosa e alzare un trofeo da protagonista. Giocare a San Siro quando è pieno è bellissimo”.
“Non sono superstizioso, ma prima di scendere in campo mi allaccio sempre prima lo scarpino sinistro. Il gol contro il Lecce è stata una liberazione, soprattutto dopo l’anno precedente in cantina”.
“Ho scelto l’87 alla Lazio perché è il mio anno di nascita, poi l’ho portato avanti. Finché avrò voglia mi aspetto ancora tanto dalla mia carriera, ho molte energie. Il periodo più significativo è stato alla Lazio, mi ha permesso di arrivare in una grande squadra come l’Inter“.
SULLA SQUADRA E SUL FUTURO
“Il mister è di poche parole, è stato l’allenatore più importante per la mia carriera, il mio giudizio su di lui sarà sempre positivo. Il compagno più simpatico è Brozovic, ma siamo tutti giovani e ci piace scherzare”.
“Ho cominciato come trequartista, in quel ruolo ero più libero. Da esterno ho avuto continuità, bisogna fare bene entrambe le fasi. Indossare questa maglia è un onore, rappresentarla mi rende orgoglioso. In futuro mi piacerebbe allenare, ma non so se sarei bravo. Deve essere sia un padre che uno psicologo. Ne riparleremo quando sarà il momento di decidere”.