Ospite di Sky Sport, Luciano Spalletti ha rilasciato un’intervista, in cui ha parlato della ripartenza del campionato, del suo periodo all’Inter e dei suoi giocatori.
Per parlare di questi temi, l’ex tecnico nerazzurro ha scelto una stanza dal grande significato simbolico:
“Mi trovo nella stanza delle maglie. È il luogo della casa che preferisco, perché mi ricorda quanto può essere bello il calcio. Mi ha permesso di incontrare campioni e personaggi unici, di essere ricevuto dal Papa, di ascoltare Bocelli nella palestra dell’Inter. Sono ricordi che porterò sempre con me“.
La prima parte dell’intervista a Spalletti verte sullo stop causato dalla pandemia e sulla ripresa:
“È stato come un infortunio di massa del mondo del calcio. I calciatori sono stati obbligati a fermarsi e come riprenderanno dipenderà dal rapporto con il loro fisico. Bisogna complimentarsi con medici, infermieri e tutti coloro che si sono impegnati per migliorare le cose.
Sarei contento di vedere riprendere il campionato. Quando si ritornerà a giocare, bisognerà mettersi la mano sul cuore. Si dovrà pensare alla gente e a quanto ha lottato, perché il calcio sarà uno degli strumenti più potenti per tornare alla normalità“.
Spalletti ricorda così le sue stagioni in nerazzurro:
“Ho molti ricordi belli. In tutte due le stagioni siamo arrivati in fondo rischiando di non entrare in Champions League. Quelli sono stati momenti molto forti. Uno in particolare è stato il derby vinto, quanto tutti ci davano per spacciati.
Un altro grande ricordo è la vittoria con la Lazio, è stato il momento in cui ho gioito di più. Mi aspettavo che avremmo ribaltato il risultato. Nell’intervallo ci siamo detti parole giuste e siamo tornati in campo con la reazione che volevo vedere dai giocatori.
Mi spiace se pensate che, all’Inter, non abbia raggiunto il massimo, con il mio lavoro. Dopo lo scudetto, la qualificazione in Champions League è l’obiettivo più importante, anche più della Coppa Italia, perché ti permette di giocare il torneo più bello al mondo“.
A questo punto, l’ex tecnico viene messo a confronto con Conte. La domanda riguarda i problemi di spogliatoio avuti da Spalletti:
” Abbiamo avuto difficoltà, non ho mai fatto usare le squadre per obiettivi personali. Ho sempre messo il club davanti a tutto, non ho mai barattato gli obiettivi di squadra per salvaguardare la mia immagine. O si fanno le cose in modo professionale o ci si mette mano. Spesso i panni sporchi si lavano alla lavanderia a gettoni“.
Dopo il confronto con l’attuale tecnico nerazzurro, si passa a parlare di Sabatini:
” È un grande amico, oltre che un professionista e un genio. Passavamo intere notti a parlare di calcio. Lui sintetizza il calcio in modo tagliente e sa trovare calciatori che emozionano il pubblico. Nel 2016, senza soldi, è riuscito a portarmi El Shaarawy e Perotti, che si sono resi fondamentali in quella stagione“.
La parte finale dell’intervista riguarda alcuni giocatori allenati da Spalletti e il modo che hanno di interpretare il loro ruolo:
“Cerco sempre di rendere protagonisti i giocatori. Tutti loro cercano di fare bene. Perrotta partiva mediano e si inseriva con i tempi giusti. Somiglia molto a Vecino, ma lui ha bisogno di uno spazio più definito, anche se quando vuole inserirsi è difficile che cambi idea. Sono giocatori capaci di finalizzare e lo stesso è Nainggolan.
Pizarro e Brozovic sono molto simili, perché anche Brozo vuole giocare tutti i palloni che passano dai suoi compagni. A volto non è possibile, ma loro fanno anche 40-50 metri per toccare il pallone“.
This post was last modified on 17 Maggio 2020 - 19:39