Dejan Stankovic, ex centrocampista, intervistato a La Reubblica torna a parlare dell’Inter che nella stagione 2010 ha vinto su tutti i fronti, conquistando il tanto inarrivabile triplete. Si sofferma sulla partita contro il Bayern Monaco raccontando come la loro era una squadra pronta e agguerrita:
“Le finali sono fatte per essere vinte. Entrate e vincete. Non aggiunse altro. Molti di noi erano grandi, all’ultima occasione. Io andavo per i 32 anni. Venivamo da tutto il mondo, eravamo lì per un motivo. Fra noi c’erano sette o otto capitani delle proprie nazionali. Personalità forti, un gruppo pesante. Lo avevamo dimostrato dopo la sconfitta contro il Catania, a marzo. Mourinho era furioso. Lo ascoltammo in silenzio, poi parlammo fra noi. Nessuno alzò la voce, non sprecammo una parola. Tre giorni dopo contro il Chelsea in Champions giocammo la partita perfetta”.
Racconta poi della volta in cui perse i sensi nella partita contro il Barcellona:
“Sarei voluto entrare, menare, fare tutto. Dopo il gol di Piqué scesi negli spogliatoi, mi chiusi in bagno. Guardavo sull’orologio i secondi che non passavano mai, ero al pianto. Al boato del gol annullato a Krkic, persi i sensi“.
Infine un sogno per il futuro: allenare l’Inter. “E’ casa mia. E sono contento che Inter e Lazio siano lì su in classifica. Ne ho parlato con Mihajlovic. Se da Mancini ho imparato il lavoro sul campo, e da Mourinho la determinazione, Sinisa mi ha insegnato a non mollare”.