Quella contro il Napoli, è stata forse la prima partita in cui si è visto qualcosa del vero Christian Eriksen con la maglia dell’Inter. Sul nostro sito, vi abbiamo parlato del cambio tattico a centrocampo e della nuova posizione di Eriksen nella semifinale di Coppa Italia. Cosa c’è da aspettarsi per il futuro?
IL DIFFICILE ADATTAMENTO
Prima della sosta, Antonio Conte, aveva utilizzato Eriksen appena 120 minuti in campionato con una sola presenza da titolare. A gennaio, l’Inter ha versato 20 milioni nelle casse del Tottenham a fronte di un contratto in scadenza.
Da una parte lo ha fatto per bruciare la concorrenza, dall’altra per dare alla squadra quella fantasia che mancava e lottare per lo scudetto fino all’ultima giornata.
È stato chiaro sin da subito, però, che il danese avrebbe avuto bisogno di tempo per adattarsi al calcio italiano, tatticamente all’opposto di quello inglese.
In più, il lavoro richiesto da Conte alle sue mezzali, fatto di fisicità e tanto movimento senza palla, è molto lontano da quel concetto di fantasia per cui il danese è stato comprato e che ha caratterizzato da sempre il suo modo di giocare.
Da qui l’invito di Marotta ad inserire Eriksen più spesso in formazione, cercando di assecondare ed esaltare le sue qualità. Allenatore e calciatore sono stati bravi a sfruttare il periodo di lockdown per lavorare sul fisico e sulla tattica: nella partita contro il Napoli si sono visti i primi frutti.
IL CAMBIO DI PASSO E LA FANTASIA DEL TREQUARTISTA
Calciomercato.com ha parlato di timidi segnali di miglioramento da parte del danese, ma è innegabile che si sono visti scorci del vero Eriksen, libero di svariare e inventare da trequartista nel nuovo 3-4-1-2.
A prescindere dal gol che ha realizzato dalla bandierina con la complicità di Ospina, il numero 24 è stato sicuramente tra i migliori in campo e dopo tanti anni i tifosi interisti hanno potuto vedere un trequartista “puro” dietro le due punte.
Sicuramente, come riporta la testata, la sua prestazione è calata negli ultimi 20 minuti ma la sua incisività sul gioco rispetto all’ultima gara giocata è lampante.
A questo bisogna aggiungere che si è ripreso a giocare dopo un lungo stop e che la squadra non ha avuto molto tempo per giocare con questa nuova disposizione.
Nella partita di Coppa Italia, il danese si è reso pericoloso più volte sia con sue conclusioni (nella ripresa Ospina gli ha negato la doppietta con una grande parata) che con passaggi illuminanti per i suoi compagni, quasi letali per i suoi avversari.
L’impressione è che da qui a fine stagione, l’Inter abbia due nuove armi su cui puntare: un modulo rivisitato che crei meno prevedibilità e un Eriksen più libero di regalare quella fantasia da troppo tempo assente nel gioco nerazzurro.