In un torrido San Siro, l’Inter di Conte ha perso la bussola nel finale, tra errori individuali e un calo fisico che indirizza il campionato verso la stessa conclusione che vediamo da otto anni a questa parte. Il doppio colpo gambiano dei talenti di nome Musa hanno guastato il campionato dell’Inter.
Nei primi venticinque minuti i nerazzurri hanno fatto valere la propria forma fisica chiudendo ogni possibile linea di passaggio e mettendo in difficoltà un Bologna che ha fatto fatica a velocizzare la manovra. Poi Mihajlovic ha trasmesso coraggio ai suoi, con mosse inaspettate che hanno sorpreso tutti. Conte per primo.
Fino al gol di Lukaku, l’Inter non è sembrata diversa dal solito. Caratterizzata dal gioco incentrato sulle due punte, il resto della squadra ha accompagnato il reparto offensivo con grande corsa e brillantezza degli esterni, Young in particolare, chiudendo il Bologna sul nascere ed estremizzando lo strapotere fisico dei propri centrali con anticipi decisi su Barrow o Sansone quando il Bologna provava ad alzare il pallone per le punte. Ed è proprio la convinzione dell’avere sotto controllo la situazione che ha lentamente fatto perdere la presa ai padroni di casa.
Come ha detto nel post partita Mihajlovic, spesso il Bologna comincia a giocare dopo aver preso gol, ed è stato esattamente così. L’Inter dopo l’uno a zero ha mollato la presa così gradualmente da non rendersene conto, finendo per rischiare addirittura di subire il pareggio in contropiede. Nonostante ciò, all’Inter va rimproverato di non essere riuscita a segnare il secondo gol nel momento di maggiore lucidità che avrebbe spezzato le gambe agli avversari.
Ad inizio del secondo tempo, l’Inter ha provato a replicare quanto fatto ad inizio partita, ma le cose sono cambiate all’improvviso. Il Bologna è clamorosamente sopravvissuto ad una situazione che avrebbe psicologicamente annullato qualsiasi squadra. Al cinquantasettesimo infatti, Soriano giostra il pallone in attacco e durante un corpo a corpo con Gagliardini commette un fallo che non lo vede proprio d’accordissimo con la decisione di Pairetto. Nel silenzio di San Siro si sente soltanto il rumore dell’elegante flusso di coscienza dell’orgoglioso Soriano diretto all’arbitro, che non può far finta di non sentire come in occasione della trattenuta dubbia al ventesimo del primo tempo.
Il Bologna rimane in dieci e dopo poco Dijks viene anticipato in area e con le sue lunghissime gambe stende Candreva. E da quel momento la sicurezza dell’Inter si trasforma in sfacciataggine, che con grande ingenuità non porta il proprio rigorista dal dischetto, ma fa una mossa che serve più al morale di Lautaro che al risultato. E dopo la doppia parata di Skorupski, con Gagliardini che ancora una volta fallisce un tap-in col portiere per terra, l’Inter inietta coraggio puro nelle vene del Bologna che si trasforma.
La nuova regola sui cambi permette a Mihajlovic di sconvolgere le carte in tavola, con una mossa inedita che Conte non può prevedere. Il triplo ingresso di Bani, Juwara e Palacio ha fatto perdere qualsiasi punto di riferimento alla difesa nerazzurra. Musa Juwara, che ho avuto il piacere di osservare per tutta la stagione nella Primavera rossoblù, ha dimostrato come la motivazione di un allenatore come Mihajlovic ti possa mandare in trance agonistica e renderti imprendibile.
La dinamicità di questo giocatore ha mandato in confusione totale i tre centrali, con il piccolo Juwara che non ha mai dato punti di riferimento in campo, attaccando sia per vie centrali, che da entrambe le fasce. Poi Palacio ha messo in campo tutta la sua intelligenza, con il principe Dominguez e il cervello di Schouten che lo hanno seguito a ruota.
Il clamoroso liscio di Gagliardini che è stato di fatto l’assist per Juwara e il fallo di Bastoni (in foto) hanno dato al Bologna la convinzione che gli serviva per poter ribaltare la gara. Il contropiede perfetto sul pallone che ha mandato in porta Barrow con tre tocchi splendidi di prima intenzione, ha ribaltato una partita che solo un allenatore come Mihajlovic poteva pensare di portare a casa.
Conte negli ultimi minuti ha avuto paura, forse di perdere il controllo della squadra che ha maniacalmente curato dal primo giorno. L’Inter, ora, vive una piccola crisi di identità, con il proprio allenatore che si è preso in prima persona tutte le responsabilità del caso. Nonostante ciò, gli errori individuali dei suoi giocatori, Gagliardini come esempio, sono troppo evidenti. Il Bologna, invece, si gode classifica, bambini d’oro e un allenatore che tutto il mondo sperava di vedere così splendente e in salute.
This post was last modified on 6 Luglio 2020 - 12:22