Suarez: “Inter, senza squadra non si vince. Esagerati i discorsi su Conte”

Luisito Suarez, ex giocatore dell’Inter, ha espresso la sua considerazione in merito all’attuale momento che i nerazzurri stanno vivendo.

Le parole di Suarez

Queste le sue parole ai microfoni di TMW:

 “L’impressione adesso è che ora non si sappia da che parte girarsi. Non è normale questa situazione, c’è stata un’involuzione netta e già prima dello stop era andata così così. Sono stati persi tanti punti per strada e credo che anche per i responsabili del club e per il tecnico sia difficile trovare la soluzione giusta al problema. Ci sono stati troppi alti e bassi”.

ANALISI DI UNA STAGIONE QUASI FALLIMENTARE – “Magari questa parola non piacerà, ma premesso che la Juve era la favorita l’Inter quest’anno aveva il dovere di competere con la Juve fino alla fine e anche in queste gare doveva essere lì, più della Lazio. Ora sento dire che si pensa di cambiare tanto per l’anno prossimo ma questo non è positivo. Perché agendo così poi ti devi andare tutto bene… Resta l’Europa League in cui sperare in un exploit”. 

RIGUARDO CONTE? – Io dico che con questi discorsi sull’allenatore si sta esagerando. Un tecnico non determina, sono i giocatori che vincono. Ho sempre sostenuto che l’allenatore non deve far danni, deve saper tenere il gruppo ma la differenza la fanno i giocatori di qualità. Bisogna chiedersi quale sia il valore della rosa. Vedo giocatori con poca personalità e mancanza di livello tecnico per puntare chiaramente molto in alto. Se le partite si mettono male devono essere i giocatori di livello a riprenderla in mano. Tutti pensavano che con il suo arrivo ci fossero le vittorie. Ma se non hai la squadra non vinci“. 

ERIKSEN – “Situazione strana, in Inghilterra aveva giocato bene e anche in nazionale. Può essere legata ad una questione caratteriale, magari dovendosi esprimere nel ruolo di condottiero non riesce ad assolvere queste funzioni. Un conto è svolgere una parte normale altro discorso essere una guida in campo e fuori. Magari non è abituato. È una delusione ma in due mesi non si disimpara a giocare a calcio“.

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