Finisce nel peggiore dei modi per l’Inter. I nerazzurri, chiamati a vincere per volare agli ottavi di finale, non vanno oltre lo 0-0 in casa con lo Shakhtar. Serata disastrosa per tutti gli uomini di Conte. Anzi, in primis per Antonio Conte.
Handanovic 6: Praticamente inoperoso per tutto il match, preciso nei pochi momenti in cui deve intervenire. Si butta in avanti nel finale alla ricerca del gol.
Skriniar 6.5: Conferma gli ottimi passi in avanti sulla difesa a tre, rischiando poco e aiutando i suoi nel far ripartire l’azione. Ci prova di testa, ma non inquadra la porta.
De Vrij 6: Chiamato ad un compito non troppo arduo, quello di tenere il ben poco incisivo attacco ucraino. Compito svolto senza particolari patemi.
Bastoni 6: Dei tre dietro è quello che si propone anche di più in attacco, provandoci dalla distanza. Dietro, nessuna sbavatura. (Dall’85’ D’Ambrosio s.v.: Entrato per dare maggiore pericolosità sulle palle alte, non ha però il modo di entrare nel match e tentare di risolverlo in favore dei suoi).
Hakimi 5.5: Dopo le ottime prestazioni con Gladbach e Bologna, ci si aspettava ben altro. Invece, l’ex Real è troppo timido in avanti. Raramente pericoloso, spesso impreciso al crosso. (Dall’85’ Darmian s.v.: poco tempo per l’ex United di entrare nel match. Tocca solo qualche pallone per tenere il baricentro dell’Inter in avanti).
Gagliardini 5.5: Chiamato per lo più a compiti difensivi, non si inserisce mai, ma anche a centrocampo pecca di precisione. (Dal 74′ Sanchez 5.5: Il cileno entra per dare maggior peso all’attacco ma finisce per farsi prendere dalla frenesia e non è lucido. Anche sfortunato sul colpo di testa a botta sicura respinto da Lukaku).
Brozovic 5.5: A centrocampo manca nel dettare i tempi e trasformare rapidamente l’azione da difensiva ad offensiva. Nella serata nella quale era chiamato alla maturità, stecca (ancora).
Barella 6: Recuperato in extremis, ci mette la solita grinta, la solita quantità, il solito spirito di sacrificio. Considerato che 12 ore fa era fuori dal match, non gli si poteva chiedere molto di più.
Young 5: A sinistra non si vede mai. I suoi cross non raggiungono quasi mai l’area di rigore, dietro rischia anche in fase di disimpegno, lanciando i rari contropiedi della formazione ucraina. (Dal 68′ Perisic 5: entra per dare più pericolosità a sinistra, ma riesce a fare come, se non peggio, dell’ex United. Al cross non è mai preciso, e commette errori di misura clamorosi).
Lukaku 5.5: Il lavoro di fisico, spalle alla porta, lo fa sempre. Ma, stavolta, il gigante buono dell’Inter non si vede. Anzi, si trova nel posto sbagliato al momento sbagliato: tra Sanchez e Trubin sul colpo di testa del cileno. Stavolta, rimandato.
Lautaro 6: Parte a raffica colpendo la traversa e con un destro dal limite che finisce alto sopra la traversa, ma finisce per diventare sempre meno pericoloso fino alla sua uscita dal campo. Un modo sfortunato di festeggiare le sue 100 presenze con l’Inter (Dall’85’ Eriksen 6: entra e, stavolta, lo fa nel modo giusto. Cerca il pallone, prova la giocata, tenta il tiro per due volte, quasi regalando una qualificazione che saprebbe di Karma benigno. Ma la fortuna, o la sfortuna, oggi ha avuto altri piani.
Conte 4: Al sorteggio, tutti avevano sorriso a 32 denti. 450 minuti dopo, la realtà è ben diversa: l’Inter finisce ultima in un girone in cui, sulla carta, la qualificazione era ben più che alla portata dei nerazzurri. Il quarto posto, a prescindere da come finirà la stagione, è, senza giri di parole, un fallimento con la “f” maiuscola. E questa volta potrebbero non bastare le attenuanti e le buone intenzioni di continuare a “godersi il percorso”.
This post was last modified on 10 Dicembre 2020 - 08:57