In una diretta Zoom, l’attaccante dell’Inter Romelo Lukaku ha rilasciato un’intervista a Voetabal Magazine, parlando in primis dei suoi obiettivi: “In Italia c’è un approccio calcistico diverso rispetto a quello che c’è in Inghilterra: quando entro in campo voglio vincere, e qui vale tutto. Mi concentro su ciò che mi viene chiesto, tatticamente non posso sbagliare mai dove stare o la direzione in cui andare“.
Il centravanti nerazzurro commenta il record di gol raggiunto con la nazionale belga: “Non penso ai numeri, nonostante i miei primi anni difficili con i Red Devils ero sicuro al 100% che un giorno sarei diventato il capocannonieri di tutti i tempi. Il mio vantaggio è che sono diventato un professionista in giovane età“.
Sulle sue preferenze in termini di gioco: “Mi piaceva il calcio verticale, sono molto pericoloso quando gioco di fronte alla porta, ma la nazionale belga mi ha obbligato a modificare il mio stile di gioco: siamo diventati la squadra con il maggior possesso palla, ed è difficile trovare spazi. Roberto Martinez ha fatto di tutto per farmi sentire più a mio agio con le spalle alla porta, sia con la nazionale sia con l’Everton di allora“.
Ad oggi il suo presente si chiama Inter: “Prima di arrivare qui guardavo le partite dell’Inter, vedendo Lautaro solo davanti ho capito subito che avrebbe potuto fare un salto in avanti se ci avessero messo insieme. A volte è il suo giorno, a volte è il mio. So bene quali responsabilità ho: c’è bisogno di leader come me, come Arturo Vidal, Nicolò Barella o Alexis Sanchez in campo. Con un atteggiamento simile puoi ribaltare le partite“.
Infine, una certa analogia con il lavoro svolto con Mourinho: “Mourinho mi ha insegnato a lavorare meglio con il collettivo, basta guardare quello che sta facendo adesso con Harry Kane. Io tra i primi 5 al mondo? Non voglio classificare quella vetta da 1 a 5, ma ne faccio parte“.