Il tecnico nerazzurro Antonio Conte, reduce della vittoria di questo campionato con 4 giornate d’anticipo, è stato ospite ai microfoni di Sky Calcio Club. Queste le sue parole:
“Sicuramente siamo più sereni, contenti e soddisfatti. Aver vinto con quattro giornate testimonia il buon lavoro che hanno fatto tutti. Adesso c’è più serenità, siamo veramente contenti. Vogliamo continuare a fare bene, ma è giusto dare più spazio a chi ha giocato meno, ma non per via del merito, ma per alcune scelte. Cercheremo di fare il nostro meglio fino alla fine. Sanno la mentalità che mi aspetto da loro”.
Avete chiuso la porta, all’inizio non era così.
“C’è stato un percorso dal punto di vista tattico, coi ragazzi abbiamo provato diverse situazioni. Abbiamo iniziato come abbiamo finito lo scorso anno, cercavamo pressione sul portatore di palla. Ci aveva portato buoni risultati, siamo arrivati secondi e in finale di Europa League. Abbiamo riproposto il tutto nelle prime dieci gare, siamo partiti con la stessa idea di calcio. Ma tante squadre ci aspettavano per beffarci in contropiede, ma una squadra che vuole vincere deve avere equilibrio. I ragazzi hanno imparato a conoscere le diverse situazioni. Una squadra matura ha diversi momenti da gestire, devi essere preparato per farle riconoscere ai calciatori“.
Cosa le è passato in mente dopo i risultati dello scorso anno?
“Cercavamo di portare tanti giocatori nella metà campo avversaria. I nostri avversari hanno però trovato le contromisure. Un allenatore deve capire che prima di tutto ci vuole grandissimo equilibrio nelle due fasi. Durante le partite abbiamo giocato con due registri, accanto a Brozovic ho messo Eriksen, ma anche Sensi può svolgere questa mansione. Col Sassuolo avevamo studiato questo tipo di partita, loro sono bravi a fare possesso e fraseggio. La grande squadra non deve avere un solo copione, ma non deve snaturarsi. Noi sappiamo benissimo cosa fare quando abbiamo la palla e quando incontriamo squadre chiuse. Quest’anno non c’è stata partita”.
Qual è stato il tuo capolavoro?
“La cosa più bella che mi è capitata è aver trovato un gruppo di lavoro che si è fidato cicecamente di me e della mia leadership. È la cosa più bella che ho trovato, la crescita dei calciatori ha portato a questo risultato. Mi hanno chiesto di cosa aveva bisogno l’Inter, io ho risposto che ogni giocatore deve alzare l’asticella. Non solo dal punto di vista calcistico, ma anche mentale. I ragazzi non sono più dei giocatori che partecipano, ma che hanno vinto”.
Le critiche all’Inter che gioca male?
“L’Inter gioca un calcio moderno, sa fare tutto, dalla costruzione dal basso al contropiede. I giocatori hanno imparato a fare tutto, a leggere la partita e i movimenti. Una squadra deve saper leggere i momenti e interpretarli. Le nostre virtù erano tante e le abbiamo aumentate col lavoro. A me piace vedere questa squadra che gioca, solo un cieco non vede la bellezza del gol segnato al Crotone ad esempio. Sono tutte situazioni provate e riprovate in allenamento. Tanti gol che noi facciamo non dico che sono fotocopia, ma sono azioni provate in allenamento”.
Poi i giocatori li hai esasperati nel modo buono.
“Mi esalta vedere Sanchez fare certe giocate, si vede tutta la qualità del calciatore. Tu puoi proporre un’idea, poi c’è la qualità nell’ultimo passaggio e nel gesto singolo”.
Sei bravissimo a trasmettere certi valori e a creare la mentalità.
“Quando facevo il calciatore la cosa che odiavo e che mi dava veramente fastidio era quando un allenatore mi raccontava una bella bugia per tenermi buono, io non l’ho mai fatto. Ho sempre raccontato la verità anche brutta, magari all’inizio uno può rimanerci male, ma il calciatore alla fine capisce e apprezza chi dice le cose in faccia. I giocatori sanno che io prendo sempre le decisioni per il bene della squadra”.