Il difensore dell’Inter Danilo d’Ambrosio ha rilasciato un’intervista ai microfoni de La Gazzetta Dello Sport raccontando la sua esperienza in nerazzurro svelando anche qualche retroscena.
Su tutti questi anni all’Inter?
“Attaccamento alla maglia: o ce l’hai di tuo o ti viene giocando. E poi posso dire di essere sempre stato un professionista serio“
Cosa si aspetta dal 2022?
“Crescita. Non ci accontentiamo anche se confermarsi è sempre più difficile di stupire. Puoi stupire una volta, ma per ripetersi serve qualcosa in più“
Sul metodo di gioco?
“È cambiato il modo di giocare, siamo più liberi tatticamente e ci è concesso di fare scelte diverse rispetto a quelle provate in allenamento, ma solo il risultato ti aiuta a giocare col sorriso“
Sui momenti difficili vissuti in passato con la maglia dell’Inter?
“Io, Handa e Ranocchia, che abbiamo visto il buio, apprezziamo di più proprio perché abbiamo vissuto sulla pelle certi momenti. Io ho visto San Siro andare via per protesta e ora lo sento cantare il mio nome: l’essere partiti da lì e arrivati qua è una felicità doppia“
Sulla Champions centrata all’ultimo minuto nella stagione 2018-2019?
“Centrare quella Champions ha permesso al club di fare gli investimenti che ci hanno portato qua. Dopo quell’azione, ma anche dopo il gol dell’anno prima nell’altra sfida da Champions contro la Lazio, ho visto un apprezzamento diverso di tutti i tifosi nei miei confronti“
Sul poco utilizzo in campo?
“La vita è questione di equilibrio: prima lo trovi, meglio stai. Noi siamo pagati per allenarci, non per fare domande. Lo pensavo quando giocavo 40 gare all’anno e lo penso adesso che ne gioco 20. Quindi no, non mi pesa“
Quanto è stato lontano dall’Inter questa estate?
“Il mio contratto scadeva e, causa Covid, c’era incertezza attorno. Era indelicato pure parlare di rinnovo. In quel momento due club mi hanno fatto offerte importanti, ma io ho aspettato fino all’ultimo che l’Inter si rialzasse e ho scelto di abbassarmi l’ingaggio perché questi colori sono la mia priorità. Il mio sogno è chiudere la carriera qua“
Giocatore che lo ha stupito di più?
“Da giovane giocavo con Milito e Zanetti… Brozo ora vale il top d’Europa, con Skriniar e Bastoni abbiamo una difesa giovane e super, senza scordare Sanchez che ha classe superiore o Barella e Lautaro nel giro del Pallone d’Oro. E godiamoci pure Dzeko che tatticamente ha un’intelligenza non comune“
Ginter?
“Chiunque arriva, qua ci sono delle regole che valgono per tutti: non conta il nome che hai dietro, ma lo stemma che hai davanti“