Inter Milan's Belgian midfielder Radja Nainggolan (L), Inter Milan's Chilean midfielder Arturo Vidal (C) and Inter Milan's Chilean forward Alexis Sanchez (R) sit in the substitutes' tribune prior to the Italian Serie A football match Inter vs Fiorentina on September 26, 2020 at the Giuseppe-Meazza (San Siro) stadium in Milan. (Photo by MIGUEL MEDINA / AFP) (Photo by MIGUEL MEDINA/AFP via Getty Images)
Intervistato in esclusiva dalla Repubblica, Radja Nainggolan è tornato a gamba tesa sul suo passato all’Inter, ricordando soprattutto l’esperienza del primo anno.
Ecco le sue parole:
IL SUO ARRIVO – “Appena arrivato dissi che ero felice, ma che era più forte la delusione di essere andato via da Roma. E già non ero partito bene. Dopo il rigore sbagliato con la Lazio in Coppa Italia mi hanno iniziato a fischiare, mi sono venuti dubbi, è crollata la fiducia“.
RAPPORTO CON CONTE – “Se avessi avuto fiducia avrei potuto fare tranquillamente il mio in quella squadra. Conte è un grandissimo allenatore, ma con lui non ho avuto possibilità. Non abbiamo mai litigato, però: quando mi volevano mandar via, me lo hanno detto. E chi dice le cose in faccia lo apprezzo di più“.
SULLO SCUDETTO – “Sì l’ho vinto, ma io non lo calcolo. Per me vincere uno scudetto conta solo se lo vinci da protagonista“.
FUORI DAL CAMPO – “Se uno fa tardi, beve, fuma una sigaretta, ai miei occhi non fa cose sbagliate. Poi il Nainggolan in campo rendeva facile accettare tutto: non mi sono mai preoccupato di cosa diceva la gente, tanti invece si nascondono. Gli audio? Ero io. Dicevo che volevo andar via, che volevo tornare perché non mi sentivo a mio agio. L’avevo mandato a un amico, ma sai Roma com’è, no? In un attimo lo avevano tutti. Dovevo saperlo, non sono stato molto intelligente, ma pazienza“.
LA NAZIONALE – “Un po’ sì. Lì ci sono grandissimi giocatori ma la mentalità è completamente diversa. Poi spesso non conoscono bene la persona, si fidano di ciò che viene detto. Mi è mancato un Mondiale, ma dopo l’ultima esclusione ho detto basta“.
IL SUO PRESENTE – “L’Italia mi manca, i miei amici, i ristoranti, la gente. Ma il livello è diverso: le piccole giocano a viso aperto perché sanno che c’è qualcosa da prendere ovunque. Anche a San Siro. Lì una volta trovavi Pirlo, Seedorf, Thiago Silva: se prendevi tre gol andavi via col sorriso“.
This post was last modified on 4 Febbraio 2022 - 13:44 13:44