Il sindaco di Sesto San Giovanni, Roberto Di Stefano, è intervenuto in diretta negli studi su Sportitalia per parlare del futuro stadio di San Siro.
Si è parlato dell’ipotesi di trasferimento nelle aree dismesse, in caso di mancato accordo con il Comune di Milano per la zona dell’attuale San Siro.
Il sindaco ha detto: “I tempi? I soggetti coinvolti devono essere tre: Comune, proprietà e club. Il Comune ha dato la disponibilità e anche gli strumenti urbanistici lo consentono. Il PGT consente l’arrivo sulle aree dismesse di uno stadio con i servizi collegati come attività commerciali e alberghiere. La proprietà si è resa disponibile a un rapporto con i club e farebbe da volano per tutta l’area. Sono le due società che devono prendere una decisione, stanno ragionando come hanno fatto in passato. Non è la prima volta che esce il nome di Sesto San Giovanni, in passato è sempre stato utilizzato più che altro per mettere in un angolo il Comune di Milano mentre adesso credo siano arrivati ad un bivio: o intraprendono la strada di Milano e quindi tempi incerti, oppure quella di Sesto. E’ un bivio perché questa è un’area in trasformazione, dove sono partite molte cantierizzazione e tutta la visione strategica o si disegna oggi comprendendo lo stadio o una volta passato il treno non ci sono altre opportunità”.
“Contatti diretti? Ad oggi non è depositato nessun progetto, ho visto quello presentato per Milano che è di circa 150mila metri quadrati di superficie e immagino che sia qualcosa di simile: abbiamo un milione e 200mila metri quadrati, ce ne stanno anche tre”.
“Credo che il problema sia dei club, decidere se vogliono avere i tempi certi dell’investimento nell’immediato oppure a Milano vedo che ci sono grandi criticità. Questa è la differenza tra un’area proprietà pubblica e una di proprietà privata. Basterebbe un solo club”.
“Se il sindaco Sala perde il nuovo stadio è perché non riesce a trattenere Milan e Inter che hanno bisogno di tempi certi per fare l’investimento, che sia a Sesto San Giovanni o a Milano o in un altro comune. Se le società e i fondi hanno bisogno di patrimonializzare e comprendono che su Milano questa possibilità non c’è, ci sta che si guardino in giro. La città mette a disposizione, sia come Comune che come proprietà, la possibilità di trasferire il progetto stadio se le società non dovessero trovare un accordo su San Siro o anche una di loro due. Gli scenari sono molteplici. Spazi anche livello urbanistico ce ne sono in abbondanza e lo faccio con la logica di volano di tutta l’area e di città metropolitana con la dislocazione di servizi non solo nella città di Milano, ma anche distribuiti sulla prima cintura metropolitana”. ha concluso.