Intervistato ai microfoni di Fanpage.it, Radja Nainggolan è tornato a parlare del suo passato i Italia, ripercorrendo le sue avventure con la maglia della Roma e dell’Inter.
Ecco le sue dichiarazioni:
IL RITORNO IN BELGIO – “Anche per me è curioso. Sono stato più tempo della mia vita in Italia che in Belgio. Per il momento l’esperienza è positiva. La quotidianità dell’Italia però mi manca, anche perché lì sono cresciuto e sono diventato uomo. Ora sto vivendo da adulto nella città dove sono stato bambino“.
L’INIZIO IN ITALIA – “È stato difficile all’inizio, avendo 16/17 anni. Ho iniziato nella primavera del Piacenza e non sapevo se sarei diventato calciatore. Però è stata un’esperienza di vita che oggi posso trasmettere ai giovani calciatori belgi, e sono contento di essere qui perché ci sono tanti talenti che vanno valorizzati e voglio dare una mano sotto questo aspetto“.
TRA SPALLETTI E CONTE – “Con Conte non ho avuto alcun problema. Ho lavorato cercando di ricavarmi il mio spazio e lui ha fatto altre scelte, che rispetto. È facile dire ‘Non gioco, l’allenatore non è bravo’. Per me Conte è un allenatore importante, e non per niente ha riportato lo Scudetto a Milano. Io poi ho fatto una scelta tornando a Cagliari, dove mi sono sempre sentito a casa. E dopo il mio ritorno alla fine del girone d’andata eravamo terzi, anche se poi non abbiamo retto“.
LA SUA CARRIERA – “A Roma c’è stata la luce più splendente della mia carriera. È lì che ho sentito le emozioni più forti. A livello umano è stato pesante andar via perché ero molto affezionato alla piazza. Nella vita vanno fatte delle scelte, anche se col senno di poi penso sia stata la scelta sbagliata perché avevo costruito un gran rapporto con Roma. All’Inter è iniziata bene ma finita male, ma non sono uno che racconta ca**ate, e se in quel momento mi andava di dire qualcosa l’ho detto perché intendevo farlo“.
SU LUKAKU – “Io gliel’ho sempre detto. Per me all’Inter era l’attaccante più forte al mondo perché c’erano un sistema di gioco, un allenatore e una squadra fatti per lui. Il suo sogno era di sfondare al Chelsea, è la terza volta che ci va e ha fatto la stessa fine. Io penso che se fosse rimasto all’Inter poteva essere il miglior attaccante al mondo per 4-5 anni ancora. E glielo dico ancora perché è quello che penso“.
SULLO SCUDETTO – “Penso quella che ha la pressione di farlo, ossia l’Inter. È la squadra più completa e con la rosa più lunga“.