Uno dei reparti che maggiormente ha funzionato durante tutto il corso della stagione nerazzurra è, senza dubbio, il centrocampo.
La qualità, l’intelligenza e la tecnica dei tre titolarissimi – Barella, Brozovic e Calhanoglu – è il punto di forza di questa rosa.
La società nerazzurra, però, può sorridere anche in ottica futura per quanto riguarda la mediana: in Primavera, infatti, ci sono dei prospetti molto interessanti.
Uno su tutti, però, ha stupito tutti per forza, personalità e giocate di classe: si tratta di Cesare Casadei – spesso paragonato a Sergej Milinkovic Savic -.
Centrocampista classe 2003 a disposizione di Chivu, Casadei ha messo a segno ben 12 gol in campionato e 2 in Youth League: numeri davvero importanti.
Il ragazzo, intervistato alla Gazzetta dello Sport, ha parlato dei suoi riferimenti del presente e del passato e non solo.
Di seguito, l’intervista completa del calciatore nerazzurro:
LA STAGIONE – “Sono molto contento di come sta andando, ma il mio pensiero è sempre di mettermi a disposizione della squadra. Cerco sempre di fare qualcosa di più rispetto a quanto ho già fatto. So di dover migliorare, lavoro tutti i giorni con il mister. E lo faccio pensando all’obiettivo collettivo, che è quello di vincere lo Scudetto”.
MODELLI – “Nell’Inter ovviamente guardo i centrocampisti, in particolare Brozovic e Barella: sono due grandissimi campioni”.
COSA RUBERESTI – “A Barella l’intensità, a Brozovic la serenità con la palla”.
MILINKOVIC SAVIC – “Mi piace molto per le caratteristiche che ha e per come gioca, è un calciatore da cui prendo spunto. Ma per arrivare a quei livelli bisogna lavorare tanto”.
INZAGHI – “È un grande allenatore, ci sa fare con i giocatori, sa quello che vogliono: in campo si vedono i risultati”.
RIFERIMENTO DEL PASSATO – “Zanetti, per carisma e forza. Ma anche per la sua duttilità: poteva giocare in qualunque ruolo”.
POSIZIONE PREFERITA –“Gioco dove mi dice il mister, cerco di interpretare al meglio quello che mi chiede. Mi piace attaccare gli spazi e inserirmi anche senza palla, ma anche avere il pallone tra i piedi”.