Risveglio agrodolce in casa Inter. Da un lato la bella vittoria contro un Cagliari in piena lotta per la retrocessione, dall’altro, però, un Milan che non si ferma ed è sempre più vicino alla vittoria di questo combattuto scudetto.
Umori discordanti, dunque, soprattutto tra i tifosi nerazzurri. C’è sicuramente chi è contento per quanto fatto durante questa stagione, ma c’è anche chi è rammaricato perché forse si aspettava di essere sopra, in classifica, e non sotto ad una giornata dal termine del campionato.
Tutto sommato, arrivare secondi a pochi punti dal Milan, aver vinto Supercoppa Italiana e Coppa Italia, tra l’altro entrambe contro la Juventus, la rivale di sempre, aver raggiunto gli ottavi di Champions League dopo dieci lunghi anni non è cosa da poco.
Non lo è se si pensa che ad inizio stagione, dopo lo strapotere dell’anno scorso, si pensava ad un flop generale. Gli addii di Hakimi, Lukaku, Conte e, per motivi che sappiamo tutti, Eriksen, avevano fatto venire più di qualche semplice dubbio nel mondo Inter.
I vari Inzaghi, Dumfries, Calhanoglu e Dzeko non hanno fatto male, anzi, ma cambiare tanto in gruppo, nel giro di una solo anno, può essere deleterio.
L’Inter, però, ha fatto bene comunque, ma è proprio per questo, quindi, che il rammarico e l’amarezza possono prendere il sopravvento. Va bene l’aver respirato l’aria della Champions League post gironi, va bene aver vinto due coppe, ma il modo in cui è (quasi) sfuggito questo scudetto lascia l’amaro in bocca.
Colpa di quei due mesi dove gli uomini di Inzaghi hanno staccato la spina, mentre il Milan ci ha creduto, eccome se ci ha creduto.
E pensare che i nerazzurri sono stati padroni del loro destino più e più volte, ma più e più volte si sono complicati la vita, da vera Inter, da vera squadra “pazza”, d’altronde è il suo marchio.
E fa rabbia anche se si pensa che nei vari scontri tra le due milanesi, due in campionato e due in Coppa Italia, l’Inter ha dimostrato di essere superiore ai cugini rossoneri, ma si sa, nel calcio, così come nella vita, non vince per forza chi è più forte.
C’è un’ultima speranza residua, all’ultima giornata, ma sembra davvero difficile riuscire a strappare al Milan uno scudetto comunque meritato.
I rossoneri sono stati l’emblema del grande gruppo, di cosa significhi realmente essere squadra.
L’Inter deve crederci, però, e deve farlo sapendo che tutto potrebbe succedere, un po’ come quel famoso 5 maggio quando riuscì nell’incredibile impresa di buttare uno scudetto, quasi già vinto, proprio all’ultima giornata.
Come dice una famosa canzone molto conosciuta dalle parti della Pinetina “forza non mollare mai”, e l’Inter è chiamata a crederci ancora.