Udinese-Inter non è stata né una sorpresa né un atto impronosticabile. Udinese-Inter è stata il teatro di uno spettacolo lento, decifrabile e arginabile a tinte nerazzurre.
Questo non toglie alcun merito all’Udinese di Sottil, squadra fisica e intelligente, i bianconeri sanno come muoversi in campo, sono chiari i dettami tattici trapiantati dall’ex allenatore dell’Ascoli. Il quinto successo consecutivo e la conseguente terza posizione in solitaria, a meno uno da Napoli e Atalanta, non sono un caso.
Nella giornata di ieri sono usciti i limiti di Inzaghi e di Allegri, i due allenatori, tra le big di Serie A, più in difficoltà in questo avvio di stagione. Il tecnico dell’Inter non è riuscito a trovare la quadra giusta senza Perisic, ostinandosi nel proporre un tipo di calcio che è pericoloso solo con i giusti interpreti.
La fascia sinistra nerazzurra, punto di forza l’anno scorso, quest’anno è priva di un vero e proprio padrone, e gli avversari questo lo sanno, decidendo così di attaccare invece di subire.
Inoltre il faro di questa squadra è Marcelo Brozovic, faro però sempre più sommerso dalle onde avversarie, Sottil ha preparato quella gabbia perfetta che non ha concesso al croato i metri giusti per impostare le manovre offensive.
Con Brozovic bloccato e la fascia sinistra sterile, rimane la fascia destra, con il solito Dumfries che ci prova, si sbatte, fa avanti e indietro come un tergicristallo a novembre. Il problema è la poca lucidità dell’olandese in fase di tiro o cross, ma è normale che sia così, dovrebbe avere periodi di riposo nell’arco dei 90 minuti per rifiatare, momenti che non ha letteralmente mai.
L’attacco è stato il ruolo più criticato nella passata stagione, e di fatto Inzaghi in questa ha avuto a disposizione meno persone (Sanchez e Caicedo) rispetto allo scorsa, perché Lukaku è stato presente solo all’inizio, ma non al massimo della condizione.
I problemi persistono, le difficoltà solite di Dzeko, la svogliatezza di Correa e i pochi palloni utilizzabili da Lautaro sono solo alcuni dei problemi di una zona di campo che necessità di BigRom, il prima possibile.
La porta, in tutta onestà, non preoccupa. Ormai le critiche ad Handanovic sono continue indipendentemente da quello che realmente fa o non fa, in determinati casi del tutto infondate. L’alternanza con Onana ha però svegliato il capitano nerazzurro, e i risultati negativi di questo avvio di stagione non sono dovuti né al numero 1 né al numero 24. Anzi proprio Onana ha dimostrato che i pali saranno, presto, in buone mani.
La difesa, invece, desta stupore e incredulità. Skriniar, Bastoni, De Vrij. Due tra i centrali più forti d’Europa e il terzo, anche se in fase calante dalla passata stagione, comunque valido ed esperto. Per anni l’Inter è stata sorretta proprio dalle sue fondamenta, 11 gol in 7 partite sono troppi, terza volta in cui se ne subiscono almeno tre.
Numeri da sistemare, strategie da cambiare, schemi da reinterpretare. Inzaghi ha tanto lavoro da fare.
This post was last modified on 19 Settembre 2022 - 09:45