Robin Gosens è sicuramente uno dei punti interrogativi più grandi in casa Inter. Il tedesco, arrivato lo scorso anno per affiancare (e poi sostituire) Ivan Perisic, non sta riuscendo a trovare quella continuità di rendimento che lo aveva reso uno dei perni dell’Atalanta di Gasperini.
Dopo l’infortunio rimediato lo scorso anno infatti, Gosens non è più riuscito a mostrare tutto il suo valore e le continue rotazioni di Simone Inzaghi non lo hanno mai aiutato a ritrovare la miglior condizione. Nonostante tutto però l’ex Heracles è stato convocato in nazionale per le sfide di Nations League della sua Germania. Così l’esterno nerazzurro ha parlato direttamente dal ritiro della squadra, ai microfoni di Sport1.de.
Sulla convocazione in nazionale: “Mi sono messo alle spalle un anno di sofferenza e sono naturalmente felice di essere di nuovo qui. Questa convocazione la vedo come un premio per il duro lavoro. Ma il biglietto per i Mondiali in Qatar non è sicuramente ancora nelle mie mani. Sono di nuovo pronto a ricombattere. Non sono ancora in quello stato di forma nel quale ero a Bergamo quando le mie prestazioni erano così buone. Ci sono vicino, ma so allo stesso tempo che c’è ancora molto su cui lavorare”.
Sulla scelta di venire all’Inter: “Gioco in un top club mondiale e sono felice all’Inter. Il mio obiettivo è affermarmi in questo grande club. Adesso devo giocare tre, quattro, cinque partite consecutive, sto lavorando per questo. Anche in ottica Mondiali devo prendere un certo ritmo”.
Sull’interesse estivo del Bayer Leverkusen: “Ho parlato al telefono con Simon Rolfes e abbiamo avuto uno scambio sincero e aperto. Gli ho detto che non sono ancora finito all’Inter e che vorrei combattere. Mi sento molto bene ora all’Inter e di certo non ci sono contro la mia volontà. Sono super motivato e sono felice dei compiti che mi aspettano. Ma sono soddisfatto solo quando sono in campo, questo è un obiettivo che ho con me stesso”.
Sul passaggio improvviso da stella dell’Europeo a giocatore qualunque: “È stato difficile da rielaborare. Dopo la partita con il Portogallo ero sulla bocca di tutti, è stata un’esplosione mediatica. Improvvisamente nel mio paese di origine davanti alla porta della casa dei miei genitori c’erano giornalisti e cameraman. I miei genitori mi hanno chiamato e mi hanno chiesto: ‘Che cosa dobbiamo fare, li dobbiamo mandare via?’ Naturalmente preferisco ci sia l’Hype che non essere proprio notato. Ma prima bisogna trovare la propria strada. A posteriori non è stato sicuramente giusto che durante l’Europeo io sia stato così elogiato e celebrato, ma neanche che un paio di mesi dopo mi abbiano cancellato. Le oscillazioni verso l’alto e verso il basso sono troppo estreme”.
Sulla convocazione di Flick: “Mi ha telefonato e mi ha detto: ‘Robin, voglio farmi un’idea di te e della tua forma’. Siamo sempre stati in contatto anche quando ero infortunato. A Hansi è piaciuto il fatto che abbia giocato due partite in Champions League da titolare. Sono grato di poter dimostrare ancora prima del Mondiale. É stata dura durante l’infortunio. All’Europeo ero una star e il futuro nel mio ruolo, poi l’infortunio e improvvisamente devi ricominciare da capo. David Raum e Christian Gunter hanno fatto molto bene. A posteriori direi che sono maturato dopo questa caduta”.