In una lunga intervista al Corriere della Sera, Massimo Moratti ha ripercorso tanti momenti della sua carriera nell’Inter, passando per il triplete fino ad arrivare ai tempi d’oggi.
Queste le sue parole:
“Lo scelsi come allenatore dopo aver ascoltato una sua intervista tv. Il suo Porto aveva pareggiato con il Deportivo La Coruna, il ritorno si annunciava molto difficile e lui disse: “Ma quale Deportivo, io penso già alla finale”. La sua spavalderia mi piacque moltissimo”.
SUL TRIPLETE: “Missione compiuta. Ero fiero che la stessa famiglia avesse rivinto la Coppa quasi mezzo secolo dopo. Per la prima volta mi sono sentito degno di mio padre; anche se lui resta inarrivabile. Ancora oggi mi capita di trovare persone che mi parlano di lui, che gli devono qualcosa”.
SULLA FAMIGLIA ZHANG: “Mi sono sempre parsi in buona fede. All’inizio mi chiedevano di parlare ai giocatori, di motivarli. Ma oggi reggere a lungo nel calcio è impossibile. Ogni anno le perdite raddoppiano o quasi: 50 milioni, 100 milioni, 150 milioni“.
SUL FUTURO DELL’INTER: “Forse arriverà un fondo americano ma occhio alle speculazioni. Il calcio non è costruito per fare soldi. Gli americani vorrebbero trasformarlo in spettacolo. Show-business. Ma non so se in Italia sarà mai possibile“.
SULLO SCONTRO IBRA-LUKAKU: “Pareva un match di boxe tra due campioni del mondo. Lukaku è un tesoro… Mi sarei frapposto tra i due, a rischio di prenderne da entrambi”.
“Non mi convince. Buttare giù San Siro sarebbe un delitto! In questo modi i club guadagnano 30 milioni l’anno? Ma cosa sono 30 milioni, rispetto alla storia? Vedrete che alla fine nessuno oserà demolire il nostro tempio“.
This post was last modified on 29 Ottobre 2022 - 18:12