Matteo Darmian, il gregario perfetto

Gregàrio: Soldato semplice, chi fa parte di un partito, di un’organizzazione o un’istituzione qualsiasi senza un grado e senza alcuna funzione direttiva”. Per la Treccani è questo il significato della parola gregario.

Per l’Inter, invece, la parola gregario ha un nome ed un cognome: Matteo Darmian.

Soldato semplice, che più semplice non ce n’è. Sempre in silenzio, sempre al suo posto, sempre umile, sempre impeccabile, sempre sul pezzo.

Quasi dimenticato dai più, ma fondamentale nello spogliatoio, e spesso anche nell’undici titolare, dell’Inter prima di Conte e poi di Inzaghi. Ci sarà un motivo se questi due allenatori hanno sempre puntato su di lui.

Non ha grandi pretese, in vari periodi non ha avuto neppure un gran minutaggio, eppure non si è mai scomposto. È stato sempre pronto e ha sempre fatto al 100% il suo lavoro.

Dai gol contro Verona e Cagliari nell’anno dello Scudetto alle prestazioni praticamente perfette contro Kvaratskhelia e Leao in questo inizio di 2023 (con annesso gol al Monza). Darmian c’è sempre, ed è raro trovare delle sue sbavature.

Matteo Darmian Rafael Leao Supercoppa (Photo by GIUSEPPE CACACE/AFP via Getty Images)
Matteo Darmian Rafael Leao Supercoppa (Photo by GIUSEPPE CACACE/AFP via Getty Images)

Nel derby di Supercoppa Inzaghi lo ha scelto ancora, e non solo per il momento negativo di Dumfries. Darmian è una certezza di questa Inter, garanzia di una prestazione difensivamente perfetta, ma anche e sempre più spesso di una prova propositiva in fase avanzata.

Chi l’avrebbe detto mai in quell’ottobre 2020 che Darmian sarebbe diventato così importante? Erano davvero in pochi a poterlo immaginare.

Complimenti Matteo, gregario perfetto.

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