A Picco. Centoquindici anni di storia festeggiati nel peggior modo possibile. L’ennesimo disastro a tinte nerazzurre, l’ennesima fragorosa caduta stagionale in trasferta. Otto sconfitte agli inizi di marzo, un ruolino di marcia deprimente. 22 gol in trasferta fin qui. Un dato imbarazzante. L’Inter ha fatto peggio solo negli anni ’40. Altri tempi, altro calcio, altro tutto.
L’Inter è diventata un disco rotto. Monza, Empoli, Sampdoria, Bologna, Spezia. Il 2023 ha visto l’Inter incartarsi contro le squadre di medio-bassa classifica. Nessun miglioramento, nessun passo in avanti, niente di niente.
L’anarchia sui rigoristi, l’assurda alternanza dei portieri, nell’Inter sembra vigere l’anarchia da mesi. Una squadra che va con il pilota automatico, continuando a compiere gli stessi errori ciclicamente, senza mai trovare soluzioni. Dopo il gol degli avversari non arriva mai una reazione composta, uno sprint di orgoglio per trovare il pareggio. Solo una confusionaria e frettolosa ricerca di un gol che non arriva mai.
Inzaghi e l’incapacità di scegliere
L’impressione è che Inzaghi fatichi a scegliere. A scegliere il portiere titolare. A scegliere il rigorista designato. Lukaku è diventato ieri il miglior rigorista della storia della Serie A. Eppure, sul primo tiro dal dischetto a prendere il pallone è Lautaro, storicamente non un grande tiratore di rigori.
Sono campanelli di allarme che descrivono bene la situazione agghiacciante dell’Inter. E l’area tecnica è solo la punta dell’iceberg. I problemi di sponsor, i limiti finanziari, la poca lungimiranza nei colpi di mercato. L’Inter sta colando a picco. Si salvi chi può.