Si continua ad indagare. Non si placano le discussioni riguardo a quanto accaduto del big match di domenica scorsa, che ha visto la Juventus di Massimiliano Allegri spuntarla per 1 a 0 a discapito dell’Inter di Simone Inzaghi.
Come ogni Derby d’Italia che si rispetti, non sono certo mancate le polemiche: il goal bianconero di Kostic infatti, sembrerebbe stato viziato da un doppio fallo di mano commesso ad azione in corso, i cui indiziati sarebbero Dusan Vlahovic ed Adrien Rabiot.
Il francese la tocca, il serbo la stoppa, entrambi con il braccio: questo è quanto sarebbe emerso da un primo confronto. Ma è davvero così?
Gli studi di Dazn, durante la messa in onda del format Bordo CAM, hanno provato a riscostruire nuovamente la vicenda provando a trarne una conclusione. Di seguito quanto emerso dalla discussione.
Inter-Juventus: la ricostruzione sull’episodio incriminato di Dazn
“Da quando la palla entra in porta al momento in cui Chiffi convalida il gol passano esattamente 3 minuti e 52 secondi. Barella è il primo a protestare per un presunto tocco di mano, ancora con la palla in gioco, ma il centrocampista contesta immediatamente il secondo presunto tocco di Vlahovic, non quello di Rabiot né il primo del serbo. In campo, parte nerazzurra, sono certi del tocco. Barella in primis che sembra tranquillizzare i compagni. Mentre la Juve esulta, tutta l’Inter si avvicina a Chiffi. Nella panchina nerazzurra si rivede l’episodio, Inzaghi si accoda poi a Barella. Bremer si accorge delle proteste e avvisa Danilo che si confronta con Dimarco. Anche Calhaonglu, prima con Locatelli e poi con Acerbi, certifica che le proteste sono per il secondo tocco di Vlahovic che è a bordo campo. Inzaghi dice anche a lui che è mano netta. Rabiot in campo domanda a Danilo cosa succede, anche sulla panchina della Juve nel frattempo, si rivede l’episodio: le prime impressioni dei bianconeri sembrano le stesse dei nerazzurri, mentre Allegri è serenissimo e la prende a ridere con staff e tribuna. Chiffi poi convalida il gol e per chiudere le proteste di Barella, sembra quasi volergli cedere il fischietto”.
Giulio De Pino