I traguardi della squadra nerazzurra passano per forza di cose anche dai gol ma soprattutto dalla leadership dell’attaccante argentino Lautaro Martinez che, mercoledì sera con una splendida doppietta, ha steso la Fiorentina permettendo all’Inter di alzare al cielo il trofeo della coppa Italia per il secondo anno consecutivo.
Il feeling, oserei dire quasi storico, della società con gli attaccanti argentini è risaputa, da Crespo a Icardi passando per l’indimenticabile Principe Diego Milito che proprio nella finale di Champions League del 2010 ebbe la sua consacrazione in nerazzurro.
Le parole di Aldo Serena
Chissà se il Toro Lautaro Martinez sia capace di questo, una cosa è certa: il Mondiale vinto con la Nazionale Argentina gli ha permesso di fare un ulteriore step psicologico che fino a quel momento mancava al centravanti di Bahia Blanca.
In questi giorni post Fiorentina-Inter non sono di certo mancati gli elogi per l’attaccante, tra questi c’è anche l’ex centravanti Aldo Serena che ha rilasciato un’intervista a Il Corriere dello Sport. Di seguito le sue dichiarazioni:
Non solo Milito, Icardi e Crespo. Qual è il suo esempio più diretto a cui accostare il Toro?
“Nella stagione 1988-1989 ho giocato con Ramon Diaz che per caratteristiche accosterei molto a Lautaro Martinez. Ramon forse era più altruista e giocava anche da seconda punta ma il feeling dell’Inter con gli argentini è storico e la storia si ripete”
Lautaro, un numero nove che esce dagli schemi più canonici. In cosa si differenzia dagli altri?
“Al baricentro basso abbina una rapidità non indifferente, è ben piantato a terra e nel contrasto difficilmente perde palla. Cosa è capace di fare in area di rigore lo ha già dimostrato ampiamente“
Come paragone, più Aguero o Tevez?
“Più Aguero, attaccante velenoso al primo errore del difensore, per rapidità dei movimenti lo accosterei anche a Romario anche se la nazionalità è un’altra“
In quale aspetto il Mondiale l’ha reso ancora più forte?
“Dal punto di vista mentale è cresciuto moltissimo, ora è molto più lucido nelle scelte e la sua consapevolezza è aumentata a dismisura”
In più la fascia di capitano nell’Inter e le parole da vero e proprio leader dello spogliatoio.
“Certi traguardi ti portano e prendere le redini del comando ma non per sopraffare gli altri ma per dare il buon esempio e lui lo sta facendo alla perfezione”
Da quando è arrivato all’Inter nell’estate del 2018 ti aspettavi potesse diventare così forte?
“Un calciatore giovane va aspettato e un attaccante deve avere la possibilità di sbagliare per poter crescere. Ha sempre avuto le credenziali giuste e ora può riscattarsi dopo i momenti negativi”
Il dubbio dei dubbi. Chi affiancargli nella finale di Istanbul?
“Se la squadra di Guardiola iniziasse la partita con un pressing così asfissiante io vorrei avere la fisicità di Lukaku, capace di tenere la palla su e farmi respirare ma come ampiamente dimostrato Lautaro Martinez sa adattarsi a qualsiasi partner d’attacco“