“A testa alta ovunque andiamo”, rimpianti ma anche tanto orgoglio: brava Inter

Doveva essere una partita a senso unico, una partita che il Manchester City doveva vincere con almeno tre gol di scarto, una medaglia d’argento che doveva essere scontata per l’Inter. Ma in campo, però, i nerazzurri hanno tenuta testa ad una squadra costruita per vincere questa competizione.

Non è bastato il cuore, il coraggio, l’orgoglio per strappare quantomeno un pari che avrebbe portato la sfida ai tempi supplementari. L’Inter esce sconfitta ma ancora una volta a testa alta, anzi altissima.

Una partita preparata in maniera impeccabile da Inzaghi e il suo staff e i rimpianti di non avere segnato sono tantissimi. Ma questo è il calcio e certe volte è dura da digerire.

L’Inter se l’è giocata nel miglior modo possibile: annullando Haaland e concedendo una sola occasione da rete, poi sfruttata anche con un pizzico di fortuna, ma si sa che per vincere ogni tanto serve anche quella.

Finale Champions League Manchester City Inter
Finale Champions League Manchester City Inter

Un gol che poteva spaccare in due le gambe dei giocatori dell’Inter che, invece, forse contro ogni pronostico, hanno reagito sfiorando in più occasioni un gol che avrebbe allungato i sogni di tutti i tifosi nerazzurri.

Prima una traversa, poi i miracoli di Ederson, l’uomo decisivo della finale, hanno spento i sogni di gloria dei nerazzurri.

Il rammarico è tanto, tantissimo ma c’è anche la consapevolezza di aver dato tutto e di aver giocato alla pari contro una corazzata multimiliardaria. “A testa alta ovunque andiamo“, cantano i tifosi. Gli stessi tifosi che ieri, al triplice fischio, in piazza Duomo e a San Siro hanno festeggiato come se avessero vinto. Sì, perché bisognava rendere omaggio ai propri beniamini.

E propio come citava Giacinto Facchetti: “Ci sono giorni in cui essere Interista è facile, altri in cui è doveroso e giorni in cui esserlo è un onore”.

E ieri a Istanbul è stato un onore!

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