Una brutta Inter cade sotto i colpi del Sassuolo di Berardi. La prima sconfitta stagione è un bagno d’umiltà per la squadra di Inzaghi.
Ritorno sulla terra, o meglio ritorno al suolo. O meglio ancora, ritorno al Sassuolo. Un’Inter sulle gambe e senza idee viene incornata due volte dai tori emiliani, per i quali il nerazzurro è paragonabile al più fulgido dei tappeti rossi. Ancora una volta i neroverdi giocano a “San Siro” come fosse la propria roccaforte e con una prestazione solida e di ripartenze letali sconfiggono meritatamente il Biscione.
Dall’altra parte delle mura si accasciano a terra gli uomini di Inzaghi, che sembrano accusare le conseguenze del fitto calendario e di una formazione che, a causa dei numerosi impegni, pecca di lucidità fisica e mentale. Dopo il vantaggio di Dumfries i nerazzurri si adagiano sugli allori e vengono affondati da un uno-due micidiale. Bajrami e uno straordinario Domenico Berardi fanno tornare lo spettro dell’Inter sprecona e disattenta dello scorso campionato.
La rimonta sassolese trafigge gli undici di Inzaghi. La lampadina si spegne e i nerazzurri iniziano a vagare nel buio con futili lanci lunghi, senza imbastire azioni d’attacco ragionate degne di nota. Sarebbe prematuro avanzare critiche troppo affrettate verso squadra e allenatore. Il passo falso dopo cinque successi di fila è fisiologico, a patto che la goccia non si tramuti in una fitta pioggia autunnale.
Inter, primo passo falso: obbligatorio ripartire da Salerno
Per passare oltre sarà fondamentale la gestione della rosa. L’allenatore nerazzurro ha tra le mani probabilmente il miglior organico della Serie A, che va sfruttato a pieno per garantire riposo ai titolarissimi. La chiave è lì, seduta in panchina dietro a Simone, il quale finora si è fidato quasi esclusivamente dei fedelissimi. È vero che la sfida di San Sebastian ha palesato alcune lacune delle seconde linee, ma le 72 ore tra un impegno e un altro ne impongono l’impiego, seppur con diligenza.
Tramite tale aspetto si possono controbattere le critiche mosse verso Inzaghi riguardanti il cambio Sanchez–Thuram: col senno di poi sarebbe stato più logico sostituire uno spento Lautaro, ma la scelta di non schierare tre attaccanti è condivisibile pensando a lungo andare. E questa può essere la fortuna dell’Inter. Il tempo per riscattarsi c’è, eccome. La retta via va trovata al più presto, si riparte subito da Salerno.