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Pavard: “L’Inter ha la mia stessa fame di trofei”, poi l’aneddoto sul suo arrivo

Uno degli ultimi acquisti dell’Inter nella campagna estiva di mercato è stato Benjamin Pavard che ha spinto tanto per arrivare in nerazzurro.

Dopo l’addio di Milan Skriniar che ha scelto di non rinnovare con l’Inter e di passare a parametro zero al PSG, la società aveva bisogno di rinforzarsi in difesa. L’obiettivo numero uno è sempre stato quello che rispondeva al nome di Benjamin Pavard e dopo una trattativa molto lunga con il Bayern Monaco, alla fine il tecnico nerazzurro Simone Inzaghi è riuscito ad abbracciarlo. Il difensore francese è arrivato solo negli ultimi giorni di mercato ma è sempre stato convinto di questa scelta come testimoniato da lui stesso in una recente intervista.

Pavard si presenta: “Non sono un genio come Messi ma lavoro sempre duramente”

Il numero 28 nerazzurro ha concesso una intervista ai microfoni di DAZN dove ha raccontato il suo arrivo: “Dopo sette anni in Germania sentivo che era il momento per una nuova sfida. Si è presentata l’Inter che ha una grande storia scritta da leggende come Javier Zanetti che oggi lavora ancora in società. Lo stimo molto ed è un modello per me. L’Inter ha le mie stesse ambizioni, ovvero vincere il maggior numero possibile di trofei. […] Spero possano essere ancora tanti, mi piacerebbe vincere con l’Inter e mettere la seconda stella sulla maglia”.

Su cosa vuole ancora migliorare: “Seguivo la Serie A da molto tempo, ho molti amici che giocano qui. Per me è un calcio molto tattico, sento di dover imparare tanto qui e non vedo l’ora di far parte di un club così importante. Il mio ruolo preferito è quello da centrale nella difesa a 3, posso giocare anche da laterale destro ma non è il ruolo nel quale mi trovo più a mio agio. Sono qui anche per giocare nella posizione che preferisco e dare il contributo della mia esperienza”.

Pavard si presenta ai suoi nuovi tifosi dell’Inter (ANSA – SpazioInter)

Pavard ha poi continuato con un passaggio che evidenzia una delle sue caratteristiche principali, il duro lavoro: “Non sono un genio del calcio come Messi ma sono un ragazzo che ha sempre lavorato. […] Anche nei momenti difficili non ho mai mollato. Devo questa cosa a mio padre che aveva una grande forza mentale”.

Il difensore francese commenta anche le sue origini francesi: “Quando vivi un trionfo come quello del Mondiale hai voglia di vivere ancora emozioni così. La mia provenienza? Sono un ‘Ch’ti’, anche se non ho l’accento come altri. Sono fiero delle mie origini e faccio il tifo per tutti i club della mia regione. Quando sono partito ho lasciato la famiglia e gli amici, ma i miei genitori mi raggiungevano lo stesso se avevo un problema. Decisi di partire per crescere come persona e come calciatore, a Stoccarda sono stato in un grande club con grandi persone a cui sono ancora legato. Non era sempre facile perché ero giovane e lontano dalla mia famiglia, ma mi ha fatto crescere tanto. I miei genitori sono sempre venuti a vedermi allo stadio, anche adesso che sono a Milano. Sono molto importanti per me, sono grato a loro”.

Infine Pavard chiude parlando di un rimorso: “La partita che vorrei cancellare? La sconfitta contro il Manchester City in Champions dell’anno scorso. Lo stadio più bello? San Siro. Idolo d’infanzia? Sergio Ramos, per me è un esempio per la sua grinta. Il sacrificio più grande? Non è un sacrificio, è un privilegio essere un professionista che dà gioia alla gente che va allo stadio. A volte si saltano i compleanni, il Natale o il Capodanno ma non ci lamentiamo perché facciamo il mestiere più bello del mondo. L’attaccante più difficile da marcare? Direi Hazard. Il piatto preferito? Una ricetta del nord, le polpette. Il compagno che ascolta la musica peggiore? Thuram”.

This post was last modified on 29 Settembre 2023 - 14:14

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Published by
Federico De Milano
Tags: pavard