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Ausilio attacca: “Lukaku senza rispetto”, poi il retroscena su Lautaro

Ausilio, che bordata a Lukaku: “Senza rispetto”, poi svela il clamoroso retroscena su Lautaro Martinez.

Dopo il successo per 1-0 contro la Roma grazie alla rete di Marcus Thuram, l’Inter si è portata nuovamente al primo posto in classifica. I nerazzurri, inoltre, sono tornati a vincere tra le mura amiche in campionato dopo che l’ultimo successo era stato quello del 16 settembre nel derby contro il Milan per 5-1.

Il nuovo attaccante del club meneghino si sta rivelando un gran colpo da parte di Piero Ausilio che ha rilasciato una lunga intervista.

Inter, le parole di Piero Ausilio

Di seguito le dichiarazioni rilasciate da Piero Ausilio a Radio Serie A.

Non nasco interista, nasco con il piacere per il calcio. Io sono nato e cresciuto alla Pro Sesto dove ho lavorato. Ho cominciato da dirigente a vent’anni. Ora da 25 anni sono all’Inter. Poster in camera? Non avevo una camera… Ne sono orgoglioso, ho sempre diviso un divano letto con mio fratello. Di fatto non mi è mai mancato nulla però. Ho avuto un’infanzia normalissima. Ero figlio di operai. Ho chiuso velocemente gli studi nel ’98 ma poi sono stato preso dal lavoro all’Inter e la tesi l’ho discussa nel 2005 quando avevo già due figli. Nel calcio a 16 anni ero in prima squadra ma per gli infortuni ho smesso nel giro di due anni e quegli infortuni sono stati la mia fortuna. Già da giovane davo una mano al presidente della Pro Sesto nelle trattative.

Il direttore sportivo nerazzurro ha poi continuato dicendo che si ritiene molto fortunato a fare di mestiere la sua più grande passione. I sacrifici fatti non lo sono stati per davvero poiché è una vera e propria passione.

Inizio all’Inter? Ci fu una trattativa anche lì. Trattavo col responsabile del settore giovanile di allora. Mi volevano a tempo pieno. A me mancava un esame. Vinsi io perché iniziai di fatto con un contratto part-time di sei mesi in cui lavorai pomeriggio e sera. Ne ho fatte parecchie a Interello col custode che mi portava un panino. Era l’Inter di Ronaldo, la prima partita vera dentro l’Inter fu Inter-Lazio finale di Coppa Uefa. L’esordio da ds fu invece quando mi chiamò Moratti, io ero nel settore giovanile. Dal giorno dopo andai a Kiev nel 2009, altra partita fortunata. E da lì ho iniziato a seguire sempre la squadra. Ho lavorato con la famiglia Moratti che mi conosceva, ma poi poterlo fare con Thohir e ora con Zhang vuole dire che vieni messo alla prova e qualcosa hai dimostrato. Non è scontato che resti, ma la premessa è saper lavorare e aver voglia di far bene col gruppo di lavoro. Le persone che hai al tuo fianco sono una risorsa, a maggior ragione nelle strutture societarie nuove.

Per Ausilio ci sono stati molti bei momenti all’Inter: dal settore giovanile alla vittoria dello Scudetto con Conte. Proprio riguardo quest’ultimo trionfo ha dichiarato di sentirselo suo al 100%.

Lautaro? Quella è una storia particolare: era dell’Atletico e quando prendi un aereo sapendo che hai un 1% di possibilità di farcela… Sono stati quattro giorni pazzeschi. C’era una clausola che Lautaro non voleva esercitare perché era legato al suo club d’appartenenza. Ci fu grande lavoro di squadra, mi diede una grande mano Zanetti, c’era Milito come ds del Racing e un presidente durissimo. La sera ci fu una partita disastrosa per noi perché con una mano già stretta Lautaro fece tre gol e un rigore procurato contro l’Huracan. Ci costò qualcosa in più. Questa è stata la trattativa più complicata. Anche strappare Pavard al Bayern non è stato facile, l’allenatore e il club non volevano privarsene.

Ausilio retroscena Lautaro Martinez – LaPresse – spaziointer.it

Il ds nerazzurro ha poi proseguito il suo intervento parlando di quanto successo con Lukaku.

Lukaku è una delusione per com’è finita, ma non voglio parlare di un giocatore che è di un’altra società. Mi piace guardare al futuro. Lukaku fa parte del passato dell’Inter, un passato che se devo pensare a cose belle mi viene in mente un meraviglioso scudetto, una bellissima plusvalenza e due finali perse. Preferisco non parlare di ciò che è successo quest’estate. Dico solo che in tutte le cose servono educazione e rispetto. A un certo punto, sono venute a mancare. Tante operazioni non vanno in porto, ma se c’è voglia di dirsi le cose guardandosi in faccia non c’è problema. Se ci si nega al telefono o si parla attraverso altre persone, non corrette, è il momento di voltar facile. Per me è chiusa dall’8 luglio, sono stracontento di quanto arrivato dopo. La telefonata è una ‘leggenda’, c’è stata dopo tanti tentativi ma è durata poco: è stata decisa, ma educata, ferma. Sono leggende che si tramandano. Ho detto solo quel che pensavo.

Il dirigente ha poi parlato anche di Marcus Thuram.

Con Lautaro formano una bella coppia, ma parlerei di un bel quartetto. Oggi sono quelli che hanno la visibilità, ma abbiamo anche Arnautovic e Sanchez. La prima volta che ne ho parlato in società fu dopo la cessione di Lukaku al Chelsea. Giocava esterno al BMG, non sapeva nemmeno di poter essere una prima punta. Venne preso Dzeko a zero ma ci mancava un altro attaccante per completare il reparto. Era il prescelto, ma s’infortunò. Avevo già parlato con il papà, con Marcus. Stava andando avanti la negoziazione anche grazie a Mino Raiola, uomo particolare ma uno dei migliori agenti con cui mi sono confrontato. Avevamo quasi definito tutto ma la domenica prima degli incontri definitivi si fece male e stette fuori qualche mese, per cui cambiammo obiettivo. Ma gli incontri con il papà furono la base. In questi giorni mi ha ricordato che sono stato il primo a dirgli che poteva fare la punta centrale. Avevamo un progetto finalizzato su di lui e ci siamo presi il vantaggio

Ausilio ha poi concluso il suo intervento dicendo che dopo tanti anni vari club l’avrebbero voluto come dirigente, ma lui non ha mai avuto la voglia di andare via.

Ci sono stati contatti ma non siamo mai arrivati al punto della negoziazione. Fondamentalmente non ho mai pensato di lasciare un club così. Per me è troppo difficile, ti legano troppe cose, al di là del blasone ma è la mia seconda famiglia. Per me è diverso da altri ds. Arriverà un presidente che mi dirà che è giusto cambiare e potrò solo dire un grazie enorme.

Questa la lunga intervista di Piero Ausilio.

This post was last modified on 2 Novembre 2023 - 08:45

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Published by
Clemente Grimaldi