Paolo Condò, parla di un evidente problema per il calcio italiano che è emerso domenica scorsa in occasione della supersfida Juve-Inter.
Domenica scorsa dopo una settimana di sosta del campionato per le partite delle Nazionali, si è disputato il derby d’Italia che ha visto fronteggiarsi Juventus e Inter nella casa dei bianconeri. Si trattava di una gara molto importante per tutto il campionato italiano e che poteva essere una sorta di vetrina per ciò che il nostro calcio ha da offrire anche all’estero.
La prima in classifica che fa visita in uno scontro molto atteso e che per giunta vede protagonista due storiche rivali di Serie A. Tutto sembrava apparecchiato per una grande notte ma alla fine lo spettacolo non è stato dei migliori e dopo un 1-1 nel primo tempo le due squadre si sono accontentate di non farsi male a vicenda.
Di questo mancato spettacolo hanno parlato molti ex calciatori o anche opinionisti ed addetti ai lavori che hanno espresso il loro rammarico per ciò che le prime due squadre di Serie A hanno mostrato nel big match del tredicesimo turno. Nelle scorse ore anche il giornalista Paolo Condò, volto noto dei salotti di Sky Sport e firma de La Repubblica, ha scritto un articolo per parlare di questo tema.
“Domenica scorsa il campionato ha espresso il suo teorico massimo con Juventus-Inter, lo scontro diretto per lo scudetto. Non è stata una gran partita: una fiammata a metà primo tempo col botta e risposta tra Vlahovic e Lautaro, poi più nulla. […] se questa è la migliore gara del nostro campionato, perché un tedesco, un arabo, un americano o un brasiliano dovrebbero guardare la Serie A?”, questo il pensiero del noto giornalista triestino.
Condò solleva quindi il problema dei ricavi del calcio italiano che sono sempre inferiori rispetto ad altri campionati come la Premier League. In questo modo si crea sempre una maggiore differenza tra la qualità delle squadre e sulle scelte che i campioni fanno riguardo in quale campionato proseguire la propria carriera.
Per molti infatti la Serie A non ha avuto una grande pubblicità dall’ultima sfida tra nerazzurri e bianconeri che rischia di peggiorare la fama del “prodotto” e portare i presidenti delle società a ricevere in futuro sempre meno soldi dalle TV estere che non risultano più di tanto interessate all’acquisto.