Giuseppe Marotta ha parlato del suo arrivo all’Inter, passando poi all’argomento stadio, carissimo agli appassionati.
Giuseppe Marotta è universalmente riconosciuto come uno dei più capaci dirigenti sportivi del panorama italiano ed europeo. A lui il merito di aver costruito, insieme ad Ausilio, l’Inter di questi anni, con un ciclo che sta portando ai tifosi nerazzurri diverse soddisfazioni. Dallo Scudetto con Conte alla finale di Champions League, passando per i trofei conquistati con Simone Inzaghi. In particolare Marotta si è raccontato ai microfoni di Wolf – Storie che contano, podcast condotto da Fedez. Il direttore dell’Inter ha parlato di diversi temi, inerenti sia al recente passato che al futuro nerazzurro.
Sono tanti gli argomenti toccati da Marotta, partendo dal suo passato bianconero, passando per l’arrivo all’Inter ed il tema stadio. La lente d’ingrandimento cade in particolare su quelli che sono stati i primi momenti con la società nerazzurra: “La tifoseria mi ha forse visto come un intruso o peggio, visto che venivo alla Juventus. Però nello sport contano i risultati e, per fortuna o bravura, da quando sono qua sono arrivati buoni risultati. Ora quindi penso di essere simpatico a buona parte degli interisti”. Così Marotta sul suo arrivo all’Inter, scherzando anche sul suo passato in bianconero. Passato che però non ha messo i bastoni fra le ruote al suo lavoro.
Inter, Marotta si racconta
Dopodiché il direttore nerazzurro ha detto la sua su quello che sarà il suo futuro, anche andando al di là della sua parentesi nerazzurra. Marotta ha continuato così: “Quando finirà la mia esperienza all’Inter vorrei continuare a dedicarmi allo sport, ma in una maniera diversa, come fenomeno sociale. In Italia siamo indietro rispetto alle strutture, per questo vorrei mettere a disposizione la mia esperienza, in modo che i piccoli che vogliono fare sport possano farlo in maniera adeguata”. Quindi Marotta vede il suo futuro post Inter (in scadenza nel 2027, ndr) sempre nel mondo sportivo, magari in una dimensione politica.
In chiusura Marotta ha parlato del delicatissimo argomento stadio, continuando il discorso sulle strutture: “Lo stadio è la casa dell’appartenenza calcistica, il luogo dei sentimenti, la storia. Però gli stadi devono essere anche una fonte di reddito per le squadre. Anche in questo il calcio italiano è enormemente indietro rispetto all’Europa. San Siro va rispettato come icona perché è un contenitore di emozioni e storia. Però bisogna guardare avanti. Purtroppo gli investimenti sono regolamentati da un’infinita serie di elementi burocratici. Per questo noi e il Milan abbiamo cercato altre strade”. A lezione da Giuseppe Marotta.