L’Inter vince e convince nella serata più importante, con una prestazione sopra le righe che annienta senza troppi sforzi i bianconeri di Max Allegri. I nerazzurri si portano a +4 con una partita in meno, salendo a quota 57.
Il dato non è banale. È un pezzo di scudetto importante, così come era un pezzo che l’Inter non arrivava a questo punto della stagione con 57 punti conquistati. Ma non è il solo dato che fa specie: i nerazzurri sono migliori in tutto e per tutto. Miglior attacco con 51 gol realizzati, miglior difesa con solo 10 gol subiti, una sola sconfitta fino a qui – in quella strana serata contro il Sassuolo di Dionisi – ma soprattutto la sensazione di non essere praticamente mai in difficoltà.
Dopo aver parlato di dati, arriviamo a parlare anche di Simone Inzaghi, che ieri sera così come durante tutto l’anno è stato capace. Capace di inculcare alla squadra una mentalità offensiva letale, con verticalizzazioni dettate dalla grande qualità tecnica in mezzo al campo. Si ha sempre l’impressione che tutti i giocatori partecipino ad entrambi le fasi durante la partita e che la squadra non si spezzi mai.
Altro aspetto di fondamentale importanza, Giuseppe Marotta e Piero Ausilio non hanno sbagliato un colpo di mercato. Taremi e Zielinski sono in arrivo, con l’ormai ex Napoli che andrà a completare quello sarà un centrocampo da vera top squadra europea. E se Çalhanoglu, Mkhitaryan, Thuram, Sommer, sono tutti giocatori che nel rapporto spesa-resa hanno stupito eccome, il merito non può essere solo del caso.
Simone Inzaghi potrebbe entrare davvero nella storia della società nerazzurra. Dopo aver trascinato la squadra fino alla finale di Champions League lo scorso anno, nonostante la sconfitta, ha saputo nutrire i giocatori di una carica positiva – aspetto non scontato dopo una finale come quella – consolidando ancor di più le certezze di una squadra in cui la voglia di vincere non manca di certo.
22 partite giocate in Serie A, 18 vittorie, 3 pareggi e solo una sconfitta. Il computo dice 57 punti in classifica e questo non succedeva dal 2006-07 quando sulla panchina sedeva Roberto Mancini, in quella che doveva essere una stagione di ripartenza per il calcio italiano. Precisamente, l’allenatore della nazionale Araba riuscì a conquistarne 60 e a fine anno fu scudetto, con l’Inter che si avviava verso quel ciclo vincente poi chiuso a Madrid con l’Europa fra le mani.
Per una questione di scaramanzia non possiamo dare per fatte cose non fatte – anche alla luce dello scudetto perso due anni fa – ma è innegabile che ieri sera sia stato il Biscione ad aver messo il musetto davanti in questa corsa.
This post was last modified on 6 Febbraio 2024 - 11:34