Dopo la vittoria nel derby d’Italia con la Juventus, i nerazzurri entrano nel periodo più duro della stagione con un buon vantaggio sulle inseguitrici e con una gara da recuperare. Ma ci sono dei precedenti che fanno paura.
Forza, determinazione e concentrazione. Se dovessimo descrivere la stagione dell’Inter fino a questo momento, con ogni probabilità sarebbero questi i concetti cardine di questa squadra. Simone Inzaghi al terzo anno sembra aver trovato la ricetta perfetta per i nerazzurri. Mai realmente in difficoltà con nessuno – a parte lo scivolone casalingo col Sassuolo – diretti tutti verso un obiettivo comune.
È normale che ogni squadra abbia un suo punto di leggera flessione nell’arco di una stagione ed il Biscione dev’esser bravo a posticipare il più possibile questo periodo. Ora è il momento clou. Doppio impegno in campionato con Roma e Salernitana e poi sarà tempo di Champions, contro un Atletico Madrid che fa paura.
E se il fiato sul collo bianconero ora sembra esser scomparso, quello che i giocatori dovranno evitare è un progressivo calo d’attenzione. Lo scudetto dei nerazzurri passa soprattutto dal mese di febbraio e marzo, a preoccupare i tifosi sono i precedenti.
Simone Inzaghi e le crisi di febbraio?
Se da una parte con un organico più profondo è concessa qualche alternanza in più, in modo da far rifiatare i giocatori di volta in volta, pare esserci una nuvola nera sopra la testa del ‘Demone Piacentino’ durante i mesi di febbraio e marzo.
Nelle ultime tre stagioni – nel periodo compreso tra febbraio e metà marzo – Inzaghi ha ottenuto rispettivamente 7, 7 e 9 punti. Un dato preoccupante e che fa tremare i tifosi, anche se bisogna sempre ricordare che ogni stagione fa capo a sé stessa, Napoli insegna.
Il doppio impegno europeo sarà pesantissimo, con i nerazzurri che dopo una stagione di grande serietà e sacrificio sono pronti a seguire una linea di continuità vincente, ma soprattutto determinati a spezzare quel tabù sconfortante che da troppi anni spezza i sogni di gloria.
Fondamentale sarà in sintesi mantenere un’identità di gioco ben marcata, inculcata con maestria durante questi tre anni, allontanando ingenuità e giocando con l’esperienza di giocatori pronti a togliersi molti sassolini dalle scarpe. Ma non è ancora tempo di chiacchiere e dichiarazioni, la classe e la serietà nerazzurra è ben contraddistinta anche sotto questo aspetto.
La porta che apre alla seconda stella dista ancora molte partite ed i ragazzi di Simone Inzaghi lo sanno bene.