Non si placa la tempesta che sta travolgendo l’AIA. Intervenuto alle Iene, l’ex arbitro Calvarese ha rivelato un retroscena del passato.
Nonostante il successo meritato di lunedì, ciò che ha fatto più notizia di Inter-Genoa è stato l’ennesimo errore arbitrale nella stagione corrente. Il rigore decretato per presunto fallo di Frendrup su Barella ha scatenato la rivolta dell’opinione pubblica, l’ennesima dall’inizio del campionato. Da qualche mese a questa parte ogni componente dell’AIA è stato messo sulla graticola e l’ultimo turno di Serie A è stato la punta dell’iceberg da dimenticare per i fischietti italiani.
Di certo verranno aggiunti altri episodi a quelli già elencati dal designatore Rocchi circa due mesi fa all’annata negativa. Dopo Inter-Verona, altro caso che aveva acceso la miccia vedendo con protagonisti i nerazzurri, l’ex fischietto di Firenze aveva ammesso otto imprecisioni della classe arbitrale, numero che presumibilmente crescerà
Il caso arbitri è finito su molte trasmissioni televisive, tra cui spicca “Le Iene“. Dopo l’intervista “velata” di un direttore di gara attualmente in attività, il programma Mediaset ha intervistato Gianpaolo Calvarese. L’abruzzese è voluto però tornare indietro di qualche anno, a quel Juventus-Inter del 15 maggio 2021 che ancora oggi fa discutere, in particolare per il fallo di Perisic su Cuadrado in area di rigore interista.
Caso arbitri, Calvarese torna sul contatto Cuadrado-Perisic: l’ammissione
Ai microfoni de “Le Iene“, l’ex arbitro ha ammesso quanto segue:
“Accidenti, ho sbagliato. Se oggi lo ridarei? L’arbitraggio è fatto di grigio, agli arbitri dispiace sbagliare”.
Quella scelta non cambiò le sorti del campionato dell’Inter di Conte, già certa dello scudetto, ma ebbe viceversa un impatto decisivo nella corsa al quarto posto, spuntata dai bianconeri a discapito del Napoli. Poche settimane dopo l’accaduto, Calvarese diede le dimissioni lasciando la professione. L’opinionista ha commentato il suo abbandono come di seguito:
“Era cambiato il vento a livello politico, devi essere in linea con la governance, quella subentrata non è che mi facesse impazzire. Nella sezione di Teramo tre arbitri su tre sono stati mandati a casa. Ci sono delle dinamiche politiche, e questo è sbagliato. L’anno prima mi ha salvato Marcello Nicchi, il mio presidente era della sua corrente: c’è stato del marcio, ritengo di essere vittima di una guerra politica”.
Le parole dimostrano come il dissenso e il “conflitto”, nel senso buono del termine, non si sviluppino soltanto dall’esterno ma anche all’interno del mondo arbitri. Una terra in cui è calata una nube grigia che stenta a passare oltre e che, oltretutto, fa cattiva luce sulla materia a livello europeo.