Serata amarissima per l’Inter. I nerazzurri escono dalla Champions League. Inzaghi paga gli errori dei singoli e un atteggiamento a tratti impaurito.
Sinonimo di Champions League: “competizione dei dettagli”. Ancora una volta il massimo torneo continentale ha rivelato la sua essenza più profonda e spietata. Una doccia gelata nella notte di Madrid per il popolo interista. Al “Wanda Metropolitano” le mura nerazzurre sono state abbattute dai Colchoneros, ispirati da uno dei manuale di guerra per eccellenza, non scritto da Sun Tzu ma dal Cholo Simeone.
Le aspettative sul canovaccio della gara sono state rispettate. Tutti si aspettavano una battaglia in quel di Madrid. E così è stato, un testa a testa agguerrito affiancabile al decennale conflitto acheo-troiano. Ma i favori del pronostico della vigilia, completamente ribaltati, dicevano ben altro. Eppure, Inzaghi aveva preparato con astuzia la gara. Difesa solida per poi ripartire con un veloce srotolamento del tappeto nerazzurro. E così è stato fino al gol di Dimarco.
Inter, sono mancati i dettagli: l’Atletico Madrid ne approfitta
Ma, dopo il pari di Griezmann, gli ospiti hanno iniziato a speculare sul risultato come accaduto a Oporto. Errore fatale. 366 giorni fa la fortuna graziò Lautaro e compagni. I tentativi che al “Do Dragao” erano finiti sulla traversa e tra le mani di Onana, un anno dopo hanno cambiato traiettoria, finendo alle spalle di Sommer. E la mente dei tifosi nerazzurri è infestata dalle occasioni cestinate nel match di andata, oltre a quel tiro sparato alle stelle da Thuram che poteva chiudere i conti. Un vero peccato.
Questa squadra poteva ripetere l’impresa della passata Champions. Ma la gara storta è capitata proprio quando non doveva accadere. Non sarebbe corretto, tuttavia, scendere ora dal carro di Inzaghi. Sarebbe sciocco schierarsi contro l’allenatore piacentino, sebbene gli “Inzaghi out” sono sempre in agguato, pronti ad attaccare al primo inciampo. Il tecnico ha fatto un percorso straordinario nel corso di questi tre anni, e con lui tutto il suo gruppo. È quasi impossibile muovere critiche a questa formazione che viaggia a ritmo spedito verso lo scudetto. L’Europa, però, è un mare di squali affamati di vittoria. Le ultime settimane hanno evidenziato che, nonostante i progressi recenti, la nostra Italia è ancora indietro a strapotenze come Spagna o Inghilterra
Ieri l’Inter ha confidato troppo nel suo minimo vantaggio, si è rintanata dietro nella seconda frazione, quasi impaurita, e ha pagato anche per le imprecisioni dei big. Nei supplementari la capolista ha rialzato la testa, ma non è stato sufficiente per evitare lo schiaffo del destino dagli undici metri. Ma domani è un altro giorno e i nerazzurri, se faranno tesoro del passato, già dalla prossima stagione possono tornare a sognare veramente.
Sconfitte come questa fanno giurisprudenza. Mai accontentarsi, mai. Per concludere con un sorriso dopo l’amarezza, un messaggio di speranza deve riecheggiare: “Seconda stella a destra, questo è il cammino. Poi dritto, fino al mattino”.