Steven Zhang non ha pace, la Corte D’Appello di Milano ha preso la sua decisione sulla sentenza a discapito del presidente nerazzurro.
A quanto pare questo non vuole proprio essere un periodo senza pensieri per l’Inter, prima i due cali di prestazione: il primo in Champions League e il secondo in campionato contro il Napoli, poi la vicenda Acerbi che continua ad essere al centro dei media e non solo e adesso si aggiunge anche la questione Zhang. A quanto pare, secondo quanto confermato da Calcio e Finanza i guai cinesi di Steven Zhang, presidente dell’Inter, sono validi anche in Italia. Recentemente infatti la Corte d’Appello civile di Milano ha dichiarato idonei i requisiti per il riconoscimento in Italia della sentenza pronunciata in precedenza dal Tribunale di Prima Istanza della Corte Suprema della Regione Amministrativa Speciale di Hong Kong, che andava a discapito del presidente nerazzurro.
Tutta questa vicenda nasce da una causa vinta da China Construction Bank, capofila anche di una serie di altre banche cinesi, con cui Zhang è stato condannato a dover risarcire alcuni prestiti che equivalgono a cifre molto alte. Dunque le ripercussione su tutta questa situazione sono valide anche nel nostro Paese e la banca potrebbe approfittarne, come? Provando ad insistere sui possedimenti di Zhang sul territorio italiano.
Arriva la conferma sulla sentenza contro Zhang: la decisione
Tutta questa vicenda non coinvolge direttamente il club nerazzurro. Il processo di riconoscimento della questione in Italia, da parte della banca, è stato avviato già un anno fa, davanti alla Corte d’Appello, precisamente nell’aprile del 2023. Quel primo incontro ha portato alla recente decisione dei giudici di dare ragione ai creditori di Zhang.
La sentenza stabilisce che la somma da restituire ammonta a 255 milioni di dollari, oltre agli interessi maturati fino al 2 agosto 2021 e un tasso annuo del 13% sugli 255 milioni a partire dal 3 agosto 2021 fino al momento del pagamento. Tutto questo era stato già stabilito dalla sentenza del Tribunale di Hong Kong del luglio 2022 ed è poi stata confermata nel settembre 2022.
Zhang ha cercato di difendersi contestando la sentenza di Hong Kong, sottolineando le presunte “macroscopiche anomalie”, ma senza successo. La Corte d’Appello ha respinto addirittura le obiezioni della difesa, sottolineando che i creditori di Zhang non hanno fornito indicazioni sui beni del resistente da aggredire, né sulla loro ubicazione precisa. Tuttavia, la Corte ha ritenuto sufficiente il fatto che Zhang fosse legato al territorio milanese, in quanto presidente dell’Inter, per considerare radicata l’azione dei creditori presso tale autorità giudiziaria.