La sfida di andata di Champions tra Real Madrid e Manchester City è un chiaro messaggio alla Serie A. Finora solo Inzaghi sembra aver recepito.
Nella serata di ieri è andata in scena la semifinale di andata di Champions League tra Real Madrid e Manchester City. Una sfida pirotecnica, il meglio del calcio europeo in campo e un 3-3 destinato a restare negli annali. Alessandro Del Piero ha definito il match nel post partita come il più bel match della storia della Champions League, una sfida da prendere come esempio e che ha messo in mostra la ‘creme’ del calcio europeo.
In questo momento Real Madrid e City sono i due club più forti in Europa, questo doppio confronto è una finale anticipata anche se poi sappiamo che la Champions è una competizione particolare. Ancelotti e Guardiola con strategie differenti hanno esaltato il gioco della squadra e le prestazioni dei singoli, per alcuni non avranno fatto una fase difensiva straordinaria, ma in campo di certo non si è pensato a tutto ciò. Reti, spettacolo e divertimento, il concetto che tutti attendono dal calcio in questo momento.
Paradossale che Jude Bellingham ed Erling Haaland – stelle dei rispettivi club – sono stati tra i peggiori in campo invece. Ciò non si è notato, troppo talento in campo per essere rovinato. Anche l’altro match tra Bayern Monaco ed Arsenal, seppur ad un livello inferiore, ha mostrato divertimento e tanto talento. Ciò che purtroppo non possiamo dire, almeno a pieno, invece, del campionato di Serie A. Match con questo ritmo, questo spettacolo e questo talento non sembra al momento alla portata del calcio italiano.
Inzaghi è stato l’unico capace di controbattere Guardiola
Ad onor del vero va anche detto che ieri Real Madrid e City hanno messo in mostra anche alcuni dei talenti più onerosi del calcio mondiale. Bellingham pagato 100 milioni di euro in estate e sarebbe inutile citare i tanti milioni investiti dal City nel corso degli anni. L’ultimo, il croato Guardiol, è un centrale difensivo (ieri il primo gol in maglia Citizens) pagato addirittura 100 milioni. Ed è meglio non citare il monte ingaggi clamoroso dei due club, nulla a che vedere con le squadre invece della Serie A.
L’Inter di Simone Inzaghi, nettamente prima in classifica in campionato (26 vittorie su 31 partite complessive) è l’esempio di come si può vincere e convincere non solo con i soldi, ma anche con le idee. I nerazzurri hanno un importante monte ingaggi, questo va sottolineato, ma hanno fatto praticamente mercato zero negli ultimi 3 anni.
Sono andati via pilastri della squadra come Onana, Skriniar, Brozovic, Dzeko e Lukaku, senza dimenticare pilastri dello spogliatoio come D’Ambrosio e tanti altri. Insomma le big europee spendono e comprano nuovi talenti, quelle italiane vendono e sacrificano ogni anno i propri talenti. Vedendo le due partite di ieri possiamo dire che la Superlega è nata e c’è veramente, ma è una Superlega che ha escluso le squadre di Serie A.
Il salvatore a cui l’Inter deve affidarsi è assolutamente Simone Inzaghi. Basti pensare al Manchester City campione d’Europa: parliamo di una corazzata senza precedenti, una squadra che – toccando le giuste corde – potrebbe addirittura vincere 3 Champions League di fila.
Eppure nella finale della scorsa Champions l’Inter è stata per tratti capace di mettere alle corde il club di Guardiola, creando difficoltà immani. Per qualche errore sotto porta e per il talento del club inglese alla fine il City ha vinto, ma solo ai dettagli. Paradossalmente quel match, una sconfitta, ha esaltato le gesta dell’Inter in Italia ed in Europa.
Inter, ora si chiuda il discorso rinnovo
Inzaghi ha creato una squadra quasi dal nulla, basti pensare al lancio di calciatori come Bisseck e Asllani o all’esaltazione di calciatori ‘cacciati’ dai rispettivi club come Mkhitaryan e Calhanoglu. Insomma l’Inter ha tanti meriti ma Inzaghi è l’assoluto protagonista della seconda stella e probabilmente in Italia non gli danno neanche il giusto rilievo. Inzaghi è l’uomo della seconda stella, ormai manca solo la matematica ma credo anche i più scaramantici possono ammetterlo.
Ora Ausilio e Marotta accontentino il tecnico con le richieste sul mercato (una punta di livello da affiancare a Lautaro, Thuram e Taremi, un esterno in caso di partenza di Dumfries e un secondo portiere) e chiudano il discorso rinnovo. Inzaghi merita tanto e anche le altre big (Juve e Roma tra gli esempi più recenti) prendano esempio dall’ex tecnico della Lazio, la strada per provare a battere le big europee parte dal gioco e dalle idee e Inzaghi è un maestro in tutto ciò. Si chiuda il discorso rinnovo e si faccia di Inzaghi il futuro dell’Inter. Il tecnico lo merita assolutamente.
A cura di Mario Tramo.