L’ex bandiera nerazzurra tra il passato all’Inter e il ricordo di papà Valentino, una delle vittime della strage di Superga.
«Deciderò solo all’ultimo, al mattino, se essere presente a Superga alla messa delle 17. Come sempre. Ascolto la mia anima. Io a Superga sono andato tante volte da solo, in questi decenni. Raramente il 4. Io salivo in altri giorni senza dire niente a nessuno, agli orari più strani, apposta per poter restare da solo su quella terra dove papà morì. E restava sempre un momento privato, dall’inizio alla fine».
Inizia così la struggente intervista di Sandro Mazzola a Tuttosport a margine della commemorazione per il 75esimo anniversario della nota strage che vide coinvolti i calciatori del ”Grande Torino”, una squadra immensa diventata immortale nel tempo.
Il 4 maggio 1949 l’aereo, che trasportava la squadra, lo staff granata e tre giornalisti, si schiantava contro il terrapieno della meravigliosa Basilica che sovrasta la città di Torino.
Solo il fato li vinse: un totale di 31 morti e nessun superstite per una strage che sconvolse l’intera penisola, due giorni dopo ai funerali parteciparono circa mezzo milione di persone.
L’Italia intera si fermò per piangere quegli eroi diventati i figli, i fratelli, gli amici di ciascuna famiglia italiana.
Aveva solo 6 anni Mazzola quando il padre Valentino morì e il suo ricordo lo accompagnerà per tutta la carriera come la prima volta al Filadelfia da calciatore:” Avevo 16 o 17 anni. Una partita del campionato Juniores contro il Toro. Mi ballavano le ginocchia da aver paura di cadere. Ero negli spogliatoi dove si cambiava papà.”
Immancabili inoltre parole di assoluto affetto per l’Inter, la squadra in cui ha costruito e vissuto la sua carriera.
Diciassette stagioni per un totale di 417 presenze e 116 gol per il vicecampione del mondo a Messico 1970. Mazzola era famoso per le sue serpentine e allo stesso modo si divide su diversi temi: dall’Inter, a cui ha dedicato la frase stupenda riportata nel sottotitolo alle tante sfide con la Juventus:”«Per me la Juve rappresenta da sempre una sana, grandissima rivalità sportiva. Volevo sempre vincere, anche a costo di lasciarci le penne».
Infine un ultimo ricordo relativo a papà Valentino, frasi che chi non ha provato queste terribili emozioni non può capire fino in fondo ma che lasciano comunque i brividi in chi è capace di mettersi nei panni di un bambino privato di un affetto così importante:”Gli rivolgo una preghiera tutte le sere. All’improvviso nel ’49 passai dal paradiso all’inferno. Ma tutto questo amore del popolo granata e dei bambini di oggi del Toro mi rende felice, mi riempie il cuore. Papà è dentro di me”.
This post was last modified on 4 Maggio 2024 - 18:50