L’ex giocatore dell’Inter si è lasciato andare in una intervista. Le sue parole sullo Scudetto e sugli ex compagni di squadra.
L’Inter ha trovato il ventesimo Scudetto. La seconda stella sul petto ora non è più un sogno e ci si avvicina sempre di più alla premiazione finale per i nerazzurri. I ragazzi di Simone Inzaghi hanno portato a compimento un percorso non facile con tante vittorie e tanti punti raccolti. Sono molti i volti che hanno supportato i nerazzurri nella propria corsa, in campo e fuori dal campo.
Tra questi troviamo Tommaso Berni. L’ex terzo portiere nerazzurro, ora ritiratosi dal calcio, è stato un vero e proprio idolo per i tifosi nerazzurri ma anche per lo spogliatoio. Ha lasciato l’Inter assieme al calcio giocato nel 2020 ma il suo legame con il club nerazzurro è indissolubile. Durante un’intervista al Corriere della Sera ha avuto modo di parlare dello Scudetto raggiunto dai suoi ex compagni e non solo, le sue parole.
Berni sulla sua ex squadra e su Lautaro
L’ex portiere nerazzurro è felice di vedere l’Inter sul tetto d’Italia. Le sue parole sono eloquenti ammettendo di avere ancora un legame con la squadra di oggi; le sue parole:
Sono andato a San Siro e sono passato dallo spogliatoio per salutare i ragazzi; mi sarebbe piaciuto potermi fermare di più e divertirmi con loro, ma dovevo tornare a fare umilmente il papà. Fossi stato in squadra scuramente sarei salito sul pullman a trainare tutti. In campo forse avrei battuto lo scatto finale di Marcus Thuram nel derby. O magari sarei scoppiato a piangere come mi successe al gol di Matias Vecino con la Lazio, quando agguantammo la Champions all’ultima giornata.
Esordisce così Berni che poi ammette chi siano i giocatori, ed ex compagni, con cui ancora oggi è rimasto in contatto, parlando anche di Lautaro Martinez:
Sono sempre rimasto in contatto con i compagni più stretti. Ho rivisto di recente Ranocchia, mi sento con Barella, Bastoni, Dimarco, Brozovic e Inzaghi, con cui ho giocato per 5 anni. Il miglior compagno che uno possa avere. A tutti loro ho voluto bene e ho fatto sentire il mio sostegno anche nei momenti brutti. Presi la prima espulsione per difendere Lautaro. Gennaio 2020, giocavamo col Cagliari. Lo massacrarono di falli per 90’, lui reagì al 94’ e si beccò il rosso. Mi si tappò la vena contro l’arbitro. “Ma come, lo hanno ammazzato dal 1’ e lo cacci?”. La domenica dopo guardammo entrambi il derby dalla tribuna. Chi veniva espulso pagava pegno, Lautaro portò un pullman carico di televisori per tutti.
Infine conclude con una battuta sulla sua vita dopo aver concluso la sua carriera da calciatore:
Vivo a Ibiza, dove mia moglie lavora da 11 anni. Ho una piccola percentuale in un locale e faccio il concierge, anche se non ho fondato nessuna società. Sono stato un privilegiato, giocando a calcio ho guadagnato più della media. Ma non così tanto da poter gestire i miei risparmi.