L’ex centrocampista nerazzurro racconta la squadra di Inzaghi: dal filotto di risultati alla grande crescita del tecnico e dei calciatori.
Dopo aver cucito sul petto la seconda stella tanto sognata, l’Inter non ha intenzione di fermarsi e Paulo Sousa lo sa. L’ex centrocampista nerazzurro, attuale allenatore dello Shabab Al-Ahli ed ex tecnico di Fiorentina e Salernitana, ha raccontato ai colleghi della Gazzetta dello Sport l’Inter di Simone Inzaghi, soffermandosi sulle grandi qualità della squadra e sulla crescita esponenziale del tecnico piacentino.
Inter, Paulo Sousa sull’Inter di Inzaghi: “Può dominare”. E su Calhanoglu…
Paulo Sousa è tornato a parlare dopo aver lasciato l’Italia e lo fa soffermandosi anche sul momento che sta vivendo l’Inter di Simone Inzaghi dopo la conquista del ventesimo scudetto.
Sousa, l’Inter è la più forte?
“Senza dubbio. E le dico di più: ha il potenziale per fare quello che ha fatto la Juventus. Può vincere un filotto di scudetti consecutivi e dominare in Italia. I bianconeri sono arrivati a nove, i nerazzurri non sono da meno. Hanno il passo, la mentalità, le idee, la dirigenza giusta, una rosa di campioni e soprattutto l’allenatore. Inzaghi ormai è una certezza in Europa“.
Cosa la convince di lui?
“La calma nel gestire la pressione. In questi anni è sempre stato costretto a vincere, ma alla fine è riuscito a centrare lo scudetto. Tra Fiorentina e Salernitana l’ho sfidato cinque volte, e sono state tutte belle partite. La sua struttura è sempre stata la stessa. Sono cambiati solo i protagonisti“.
E lui com’è cambiato?
“Tra comunicazione, stile di gioco e gestione del gruppo è diventato molto più completo. Da un punto di vista tecnico, inoltre, c’è poco da dire: ha il centrocampo migliore d’Italia“.
Il punto forte dei nerazzurri.
“Il bello è che puoi studiarlo quanto vuoi, analizzarlo a fondo negli interpreti e nel gioco, ma alla fine uno di quei tre trova sempre il modo di fregarti. Non riesci mai a leggerlo. E in estate hanno aggiunto anche Zielinski, che ho allenato quando guidavo la Polonia. In mezzo sa fare tutto. È una riserva di lusso, di grande livello. E si è aggiunto Taremi. Insomma, solo l’Inter può perdere questo scudetto“.
Singoli. Cos’ha Calhanoglu in meno di Rodri?
“Il gioco aereo, poi ha tutto. E dopo di lui non ha rivali“.
Lautaro è da Pallone d’oro?
“Capisco la sua ambizione. Parliamo di un centravanti che ha numeri incredibili, campione d’Italia e del Sudamerica da capocannoniere. Se vincesse la Champions, forse sì…“.