Il caso ultras tiene banco in casa Inter e nella giornata di oggi sono arrivate novità in merito all’inchiesta che riguarda la Curva Nord.
L’inchiesta Ultras è uno dei temi più caldi degli ultimi tempi. Più di un tesserato dell’Inter è considerato persona informata sui fatti, ed è proprio per questo che Hakan Calhanoglu è il nome del giorno.
Il turco è infatti stato sentito nella mattinata di oggi dai poliziotti della squadra Mobile di Milano, nelle vesti di testimone nell’inchiesta ‘Doppia curva’ sulle infiltrazioni criminali nel tifo di Inter e Milan.
Hakan Calhanoglu ha ammesso di “aver conosciuto” il capo ultrà interista Marco Ferdico e il boss Antonio Bellocco, ucciso il 4 settembre a Cernusco sul Naviglio, e di avere avuto “rapporti a titolo personale per riconoscenza” perché la CN gli era stata vicina durante i giorni “del terremoto in Turchia con uno striscione”, anche se “la società ci aveva detto di non avere contatti con gli ultrà”.
Gli incontri, secondo quanto riferito da Calhanoglu, sarebbero stati anche per ricambiare gli attestati di solidarietà ricevuti quando all’epoca del terremoto nel suo Paese, nel 2013, è apparso sugli spalti uno striscione con scritto “vicini a Siria e Turchia. Calha uno di noi”. Un gesto che il giocatore ha molto apprezzato.
L’ex Milan, inoltre, ha poi comunicato di avere appreso “chi era realmente Bellocco solo dopo aver visto la fotografia in seguito alle notizie sul suo omicidio”, negando però di essere mai stato a cena con lui, come emergeva in una intercettazione di alcuni ultrà, né tantomeno con le famiglie. Infine, Calhanoglu ha aggiunto di aver regalato alcune maglie alla Curva per iniziative benefiche “per i bambini ricoverati negli ospedali” senza “mai ricevere pressioni” dai tifosi scrive Il Corriere della Sera.
This post was last modified on 19 Ottobre 2024 - 13:33