Il portiere della Juventus esce allo scoperto (LaPresse) - spaziointer.it
Michele Di Gregorio è il grande ex del big match Inter-Juventus. Il portiere della Juventus ha rilasciato dichiarazioni sul passato in nerazzurro.
Grande attesa per il fine settimana di Serie A, il cui match di diamante si svolgerà domenica pomeriggio alle 18. Inter e Juventus tornano a sfidarsi sul campo di “San Siro” con volto diverso. I nerazzurri sono ancora alla ricerca della forma migliore, mentre gli ospiti sono reduci da un brutto k.o. e con un’identità ancora da trovare pienamente, anche a causa dei tanti infortuni.
Nella settimana di Halloween, l’eroe del Triplete Thiago Motta, che tornerà al “Meazza” sulla panchina della Signora, vuole fare lo scherzetto ad Inzaghi. Il Derby d’Italia numero 183 in campionato sarà anche la partita del cuore di Michele Di Gregorio. In occasione della gara di domenica, il portiere della Juventus è stato intervistato da “La Repubblica”. Tra i temi toccati c’è il passato nelle giovanili nerazzurre:
“Non porto rancore. L’Inter ha fatto per me qualcosa che non potrò mai dimenticare, starmi a vicino quando, a 13 anni, ho perso mio padre”.
L’ex Monza ha rivelato le sue sensazioni del passato su un possibile ritorno all’Inter dopo vari prestiti:
“Non me lo sono mai veramente aspettato. Se però fosse successo avrei voluto farlo dalla porta principale. La comparsa non l’avrei mai fatta. Però non mi sono sentito abbandonato dall’Inter, nei cinque anni in prestito mi ha permesso di rimanere in piedi, tipo quando ero andato all’Avellino che subito dopo fallì. In fondo, se ho reciso il legame con l’Inter è stato per una furbata di Galliani, il numero uno, che ha voluto il diritto di riscatto perché credeva tantissimo alla promozione del ‘suo’ Monza e ha avuto ragione”.
A seguire Di Gregorio ha smentito le voci che, malgrado il trascorso in nerazzurro con una grande fonte d’ispirazione, lo vedono come tifoso interista:
“In realtà in famiglia erano milanisti, mentre io ho sempre ammirato più i giocatori che le squadre: Kakà e Abbiati, Zanetti e Julio Cesar, Buffon e Del Piero, la cui non reazione quando a Roma prese quello schiaffo da Cufrè ha per me un valore immenso. Ho ammirato Handanovic, è stato un sogno allenarmi con lui, avere i suoi consigli. Non ho mai capito perché si debba odiare uno solo perché è di un’altra squadra.“
Proiettando sul futuro prossimo, l’estremo difensore si è espresso sulla super sfida:
“Non credo che ci dirà realmente chi siamo. Siamo una squadra nuova, inevitabilmente ci serve tempo.”
Magari non dirà tutto, ma da questo derby d’Italia qualche verdetto può sul futuro di Inter e Juventus può già emergere.