Ancora problemi per il gruppo Suning. Gli ex proprietari dell’Inter stanno vivendo l’ennesimo guaio dopo il declino degli ultimi anni.
Non sono giorni semplici in casa Inter dopo il crollo di giovedì contro la Fiorentina. La Beneamata ha mancato l’aggancio al Napoli perdendo in malo modo – proprio come nel 2022 – il recupero di campionato. Ora la piazza nerazzurra inizia a borbottare, soprattutto dopo un mercato di gennaio che di certo non ha lasciato soddisfatti.
A vivere un momento decisamente negativo – sicuramente più dei campioni d’Italia – è anche il gruppo Suning. Gli ex proprietari dell’Inter, usciti di scena dopo l’acquisizione del club da parte del fondo Oaktree, stanno continuando il loro inesorabile declino. Stavolta, però, la situazione sembra ancor più tragica.
Guai grossi per Suning: tre holding dichiarano bancarotta
Come riportato da Calcio&Finanza, in queste ultime ore si sta assistendo ad un vero e proprio terremoto in casa Suning. Ben tre holding di proprietà di Zhang Jindong, ex proprietario nerazzurro nonché padre di Steven, hanno dichiarato bancarotta in Cina con un accordo per la ristrutturazione del debito.
Il National Enterprise Bankruptcy Reorganization Case Information Network (ente impegnato sul tema bancarotte e ristrutturazioni aziendali) ha annunciato che la Corte Centrale di Nanchino il 26 gennaio 2025 ha accettato la richiesta di riorganizzazione fallimentare da parte di tre holding appartenenti al gruppo Suning.
Dunque un’altra pagina nera della storia del gruppo Suning che continua così a vivere anni decisamente tragici, il cui punto di partenza può essere riconosciuto nelle gravi perdite causate dalla pandemia.
Suning all’Inter: dall’arrivo nel 2016 alla mancata restituzione del prestito ad Oaktree
L’avventura di Suning all’Inter inizia nel 2016, quando il gruppo cinese subentra ad Erick Tohir ottenendo così le quote di maggioranza del club nerazzurro. L’era Suning, ricca di alti e bassi, si conclude dopo otto anni quando il 22 maggio 2024 – subito dopo la vittoria della seconda stella – il testimone passa al fondo statunitense Oaktree.
La società cinese non riesce, infatti, a restituire il prestito da 395 milioni di euro complessivi facendosi definitivamente da parte.
Come detto, l’inizio del declino di Suning parte nel 2020 con la pandemia per il Covid-19, con le numerose restrizioni da parte del governo cinese a cui si sono aggiunti una serie di investimenti sbagliati. Questo crollo verticale non si è mai interrotto e in questi giorni si è arrivati ad un punto che sembra decisamente di non ritorno.